Il concetto di “mondo fluttuante” potrebbe risultare non di facile compressione per un Occidentale, per dare un’idea lo si concepirebbe come “l’attimo fuggente”.
Nel libro “Amori e Cortigiane del Mondo Fluttuante” dell’autore Ihara Saikaku, pubblicato da Luni Editrice, ci si inoltra nella sfera del piacere, in maniera discreta in cui si narrano racconti di facoltosi personaggi dell’epoca Togukawa che per via di relazioni, con cortigiane di alto livello, si sono ridotti in miseria.
L’opera risulta un interessante scoperta di uno spaccato della società dell’epoca, in quanto l’autore Ihara Saikaku è stato uno dei maggiori scrittori del periodo. Nato nel 1642 ad Osaka, il suo vero nome è Hirayama Togo e solo nel 1673 adotterà Saikaku. Esordì come compositore di poesie Haiku, per poi dedicarsi a racconti di vita comune, creando un genere letterario suddiviso in tre tematiche: “Choninmono” vicende mercatili, “Bukemono” legato al mondo dei samurai, “Koshokumono” i quartieri del piacere.
Il libro in questione, pubblicato nel 1693 dopo la morte dell’autore, appartiene a quest’ultima tematica e per capire al meglio le pagine del lavoro dello scrittore, bisogna entrare nella mentalità del periodo storico e della concezione di vita Nipponica, dato che nel Paese del Sol levante non prevedevano restrizioni come in Europa, quindi il fatto di frequentare case di prostituzione. non implicava niente di scabroso.
La scelta stilistica nel raccontare gli avvenimenti è realistica e ricca di particolari, di questi uomini che perdono le loro fortune inseguendo donne conosciute come Tayu, dalle particolari grazie, raffinate, bellezza, eleganti, conoscitori delle arti della calligrafia e della poesia, in grado di danzare e suonare con il Koto e il Shamisen, possiamo considerarle delle dive, non accessibili a tutte e quindi la loro compagnia costava economicamente molto.
Una lettura che ci proietta in un mondo lontano con una particolare concezione di vita, in cui impariamo che il termine Geisha non viene ancora utilizzato, soltanto nei primi del 1700 si inizierà a usarlo. Appellativo riconosciuto per la prima volta nei confronti di Kikuya di Fukugawa.
Quello che impressiona in questi racconti e come clienti e cortigiane, siano imprigionati in un rapporto finto, in cui entrambi sono prigionieri, da cui emerge un’umanità nascosta dalle apparenze e dalle regole della società.
Un libro che con un linguaggio semplice ci fa entrare in questo mondo fluttuante delle case del piacere.