Oggi quando si vuole sapere qualcosa, cerchi su internet e ottieni risposte su tutto. Veloce, facile ma molto asettico.
Invece quando si prende in mano un libro, un giornale, una rivista, si mettono in moto tutti i sensi: dalla soddisfazione di guardare l’opera cartacea, il tatto per poterla sfogliare che emana quasi un senso di calore, l’olfatto della carta appena stampata. E poi la soddisfazione di poterlo leggere e rileggere, seduto comodamente sul divano, viaggiando in treno, sdraiato i spiaggia, disteso sull’erba….
Ebbene ho preso in mano il numero 4 della Rivista “Anime Cult” pubblicato da Sprea Editori, ed è stato un viaggio sensoriale, prima di tutto per quello che esprimevo prima inerente delle versioni cartacee e poi questa sensazione di viaggio nel tempo. Articoli che affrontano, in maniera piacevole, accurata con tante curiosità anime, eventi, personaggi che hanno caratterizzato gli anni 80-90, permettendo a chi li ha vissuti di rivivere piacevoli sensazioni; ad esempio leggendo i servizi dedicati alle serie “Mago Pancione”, “Daitarn 3” e “I Cavalieri dello Zodiaco”, nella mente sono passati, come in un film, tutte le sequenze, le battute dei protagonisti, i momenti più esaltanti o comunque quelli più intensi.
Una lettura creata ottimamente anche per coloro che non hanno vissuto quei decenni, un motivo per scoprire titoli che hanno fatto la storia dell’animazione Giapponese in Italia e che hanno permesso di mettere le basi per le future serie di successo che oggi guardiamo.
Una Rivista ricca di immagini che ti fanno sussultare di emozione, quando vedi i modellini dei Cavalieri dello Zodiaco prodotti dalla Giochi Preziosi nella scatola azzurra, oppure le bambole di lady Oscar della Ceppi ratti, il giornalino “La Banda”, le videocassette (VHS) della collana erotica della Yamato Video….
Sfogliare le pagine di “Anime Cult” è un concentrato di emozioni e ricordi, grande la capacità di tutta la Redazione nel redigere un prodotto che non si limiti solo a un fine commerciale ma anzi un resoconto storico dell’aspetto artistico – culturale del movimento “nerd” made in Japan, scritto con passione e con il cuore, nelle cui righe tutti i lettori si rivedono.
Gli articoli sono scritti, senza utilizzare chissà quali parole altisonanti o concetti filosofici ma in maniera coinvolgente quasi che i redattori volessero instaurare un discorso tra appassionati che si sono trovati, un incontro amichevole.
Piacevole tutto, tra le quali le interviste: in questo numero i Kappa Boys, il doppiatore Stefano Onofri, la band musicale I Raggi Fotonici, voce dei diretti protagonisti che raccontano retroscena e particolari che altrimenti sarebbero rimasti chiusi nei cassetti dei loro ricordi.
Ma adesso vi lascio andare a leggerlo e godervi appieno questa lettura trasognante.