Ieri sera, proprio all’uscita, sono andato a vedere Barbie, il film.
Inizio con il dire che ho visto il film dopo un paio di tentativi, perché il primo cinema in cui sono andato era pieno in tutte le sale in cui veniva proiettato Barbie, e in tutti gli orari. Con il secondo cinema è andata un po’ meglio: ho trovato un posto praticamente attaccato allo schermo tant’è che ad un certo punto temevamo di essere compresi nella sceneggiatura.
La storia
Non ci vogliono molte righe per parlare della storia di questo film: la sceneggiatura è stata scritta sicuramente a dimensione di bambola.
Barbie vivea Barbieland, un mondo che si può raggiungere a partire dal mondo reale solo in determinate condizioni. Si tratta di un luogo dove vivono tutte le Barbie mai create ed è una società in cui i maschi sono relegati a piccole comparse e dove le Barbie possono essere qualsiasi cosa: premi Nobel, dottoresse, esperte di danza è molto altro ancora.
A fare da comprimario a Barbie anzi, da comsecondario abbiamo Ken o meglio abbiamo centinaia di Ken che si contendono l’amore di centinaia di Barbie. Un giorno Barbie (la protagonista) inizia ad avere strani pensieri e a non stare bene: si reca da “Barbie Strana” che è una Barbie che ha avuto dei problemi a sua volta.
Da lei apprende che il motivo del suo malessere è che la bambina umana che sta giocando con lei, probabilmente ha dei problemi che riflette sulla bambola.
Si mette alla ricerca di questa bambina umana, pensa di averla trovata ,in realtà si tratta della madre di lei. Nel frattempo la Mattel si accorge che Barbie è arrivata nel mondo degli umani e cerca di rimandarla indietro chiudendola nella sua scatola.
Insieme a Barbie nel mondo degli umani c’è anche Ken che si rende conto che la nostra società è una società maschilista comandata dal patriarcato. Raccoglie alcuni libri che parlano di questo e torna a Barbieland per parlarne con gli altri Ken. Nel frattempo Barbie sfugge alla Mattel contatta la persona che aveva dei problemi diventano amiche tutto si risolve e tornano tutti (comprese le due umane) indietro a Barbieland, per accorgersi che Ken l’ha cambiata profondamente ed ora è una società maschile. In modo abbastanza scontato e telefonato le Barbie riprendono il controllo: arriva la Mattel, tutto si conclude per il meglio, ma Barbie ormai è insoddisfatta del suo ruolo di Barbie, e vuole diventare umana: l’aiuterà la sua creatrice…
Commento
Sala strapiena film mediocre. Nel film si ride poco, troppo poco per essere un film dedicato alle famiglie. La parte comica viene affidata alla genialità di Will Ferrel, che la carica sulle proprie spalle, senza altri comprimari, forse un po’ pochino? Molti pipponi sulla società patriarcale, molti pipponi sul fatto che una ragazza può essere tutto quello che vuole, molta seriosità su tutti questi argomenti.
In alcuni pezzi il film si dimostra anche commovente, ma sono più le parti dove si vogliono inculcare concetti o rimuovere pre-concetti, rispetto a quelle dove si ride oppure dove ci si commuove. Il film scorre via rapidamente, ma alla fine non ti lascia granché. Forse i pipponi sono utili in una società come la nostra? c’è ancora molto lavoro da fare per avere davvero pari opportunita? E Barbie si deve sobbarcare l’incarico di colmare questo gap o è solo una fantastica trovata pubblicitaria? Tutte domande lecite. Io da bambino giocavo con He-man e Skeletor e nel film orribile che fecero per il ruolo di he-man non scelsero un attore valido e preparato ed anche molto somigliante come Margot Robbie in Barbie, ma un palestrato che di recitare ne sapeva più o meno quanto me di fisica nucleare: Dolph Lundgren.
E mentre in Barbie le ragazzine discutevano sottovoce di maschilismo e patriarcato, 35 anni prima, nella sala dei dominatori dell’universo un unica e sola domanda ripetuta di bocca in bocca: “perché non ha i capelli a caschetto?” Per fare capire il livello.