Black Manta l’acerrimo nemico di Aquaman, nato nel 1967 da Bob Haney e Nick Cardy, il cui vero nome è David Hyde, lo vediamo in questo albo “Black Manta – Assassini del Mare”, pubblicato dalla Panini Dc, in una versione completamente diversa da come di solito viene rappresentato, in cui viene messo in evidenza un lato inedito, non soltanto la sua indole spietata e vendicativa.
La storia, sceneggiata da Chuck Brown, presenta degli elementi introdotti sulle pagine del volume “Aquaman : speciale 80° Anniversario”, in cui un artefatto atlantideo, una pietra misteriosa con poteri magici in possesso di David Hyde, rischia di portarlo alla morte.
Un racconto intenso, ottimamente strutturato, con un taglio drammatico ma che mette in luce tanti aspetti di questo anti-eroe. Black Manta non è mai stato un villain dal carisma di Joker o Lex Luthor ma in queste pagine si cerca di approfondire meglio il suo aspetto psicologico, il quale lo vedrà confrontarsi con Devil Ray, un criminale che lo ha sempre ammirato ma che adesso vuole prendere il suo posto e diventare addirittura il nuovo Re di Atlantide, con l’aiuto di questa misteriosa pietra, un oricalco da cui vuole realizzare un potente tridente…..
Un volume la cui trama segue una struttura di giallo- archeologico, con risvolti impensabili, in cui sono coinvolti molti personaggi della storia DC: il Dr. Shin biologo marino ossessionato da Atlantide, Jim Gentleman Craddock un criminale inglese del 1870 che venne giustiziato ingiustamente e venne riportato in vita come spettro, apparso nel 1947 è più che altro un avversario di Hawkman e della Justice League. Dottor Mist è immortale, lancia incantesimi, apparso per la prima volta nel 1978 con il nome Nommo in “The Super Friends”. Tutti avranno un’ importanza fondamentale, in quanto interagiranno con ulteriori personaggi come Gallous la socia di Black Manta o Torrid che scampa dagli Inferi..
Una lettura coinvolgente che trascina il lettore in un contesto differente dalle solite storie di Aquaman, il quale rimane dietro le quinte senza rubare la scena a Black Manta e che ci proietta in un una sorta di viaggio interpersonale, un confronto tra il maestro David Hyde e l’allievo Davil Ray che ha intrapreso, la via dell’odio e del sangue che incredibilmente viene condannata dal Villan più famoso. In tutto questo viene portato alla luce retroscene e misteri del Regno di Atlantide che crea ancora molta più suspense in ogni pagina che si legge anche se si arriva d un finale, piuttosto frettoloso che lascia qualche buco narrativo sui misteri iniziali.
La vera pecca però di quest’opera fantastica è il disegno, grezzo, grossolano, privo di eleganza con una colorazione poco fine, che crea una sorta di macchia colorata con contorni poco distinguibili ma soprattutto la fisionomia dei protagonisti è totalmente assente, privando così l’espressioni facciali e capendo meglio i loro stati d’animo. Una scelta pessima che rovina un albo di valore artistico per la continuity degli eventi DC.