Cosa avranno il comune il Sommo Poeta Dante Alighieri e il Maestro Go Nagai? Probabilmente niente ma il poeta Fiorentino con la sua opera più famosa e importante: la “Divina Commedia”, ha permesso al mangaka Giapponese di dare vita a personaggi entrati nella storia della cultura fumettistica.
Nel libro “Dante Shinkyoku – La Divina Commedia di Go Nagai” scritto da Cristiano Brignola e pubblicato da Editrice La Torre, viene presa in esame, l’opera di Alighieri confrontandola con il lavoro dell’autore Giapponese, in una sua interpretazione quasi un omaggio.
Un’ analisi accurata e incentrata su alcuni aspetti che distinguono il pensiero dei due artisti, separati da secoli e da forme culturali ma che non risultano un ostacolo per dar vita ad un interessante e accurata relazione della figura di Dante nel suo viaggio ultraterreno.
Go Nagai, per chi ha letto le sue opere, specialmente “Devilman” “Devillady” e “Mao Dante”, vi si denota di quanto sia rimasto affascinato dalla Divina Commedia, tanto da omaggiarla con il manga “Dante Shinkyoku”,in special modo del cantico dell’Inferno, da cui ha preso molta ispirazione per la creazione non solo fisica dei personaggi ma anche l’aspetto psicologico.
L’autore Brignola, esamina, come alcuni protagonisti dei manga di Go Nagai si chiamino Dante, con caratteristiche non sempre positive ma con una spiccata attitudine a poter diventare dei potenziali “demoni”, tutto questo ci conferisce già un ‘idea di che cosa rappresenta e a rappresentato per il mangaka la lettura di questo manoscritto.
Infatti importante e l’introduzione che viene posta nelle prime pagine del libro delle Editrice La Torre, con il concetto espresso in Mazinger Z, quando Koji eredita il robot gigante dal nonno: con esso puoi diventare un dio o un demone. Da questa affermazione possiamo considerare l’inizio del viaggio del lettore in questo scritto, in cui il Maestro omaggia con una propria versione della Divina Commedia, i cui disegni prendono spunto dalle incisioni di Dorè.
Logicamente siamo difronte a due opere che pur presentando la stessa vicenda, hanno una concezione filosofica molto diversa e l’autore Brignola, pagina dopo pagina la snocciola nei minimi particolari, la più importante è che in quella di Alighieri, il suo viaggio è la ricerca della propria salvezza fino ad arrivare al cospetto di Dio, in quella di Go Nagai la salvezza è l’incontro con Beatrice, tanto che il Maestro dedica due terzi dell’opera al viaggio nell’Inferno e un terzo a Purgatorio e Paradiso.
Una lettura che porta l’attenzione su tanti aspetti, tra i quali una concezione di base che fa la differenza, un lettore Occidentale ci vede un viaggio divino le cui figure mitologiche presenti perdono il loro significato pagano per acquisirne uno religioso simbolico, mentre per un Orientale o meglio per un non credente, le figure presentate rappresentano la drammaticità, si cerca il concetto della spettacolarità che era già stata presa in esame in Devilman tanto che Dante cerca delle risposte ma non le riceve. Lo stesso Virgilio che personifica la ragione, viene interpretato diversamente tra i due lavori.
Nelle pagine si mixano pensieri filosofici e teologici, in cui arte e cultura danno forma a qualcosa che travalica il concetto di semplice opera letteraria, il fumetto in questo caso da una versione, un significato diverso da quello che per secoli i critici hanno conferito al poema Dantesco.
Una lettura che permetterà di vedere sotto una nuovo aspetto sia la Divina Commedi che i lavori di Go Nagai.