Una serie quando è realizzata con intelligenza con una sceneggiatura valida, coinvolge immediatamente lo spettatore, portandolo a divorare letteralmente le puntate, in quanto si sente partecipe degli avvenimenti. E’ il caso di “Dragon Sakura”, una serie approdata su Netflix ultimamente che ha quanto risulta è il seguito di quella uscita nel 2005 ma mai arrivata in Italia.
L’opera è tratta dal manga di Norifusa Mita, in cui un impetuoso avvocato ed ex motociclista Kenji Sakuragi (Hiroshi Abe) viene contattato da una sua ex-allieva, Kumiko (Yurina Hirate), ad insegnare in un liceo, in grosse difficoltà economiche, per aiutare gli studenti ad entrare alla prestigiosa Università di Tokyo e quindi farsi una buona pubblicità per invogliare le iscrizioni.
Viene creata quindi una sezione speciale, in cui si cerca di reclutare quei studenti che abbiano la voglia di superare le varie prove che portino all’Università.
Una serie live molto coinvolgente, con una sottotrama che si lega alla prima stagione (speriamo che Netflix la trasmetta), con personaggi carismatici e divertenti, tra tutti l’avvocato Sakuragi che utilizza insegnamenti non convenzionali e non ha mezzi termini nel rivolgersi agli studenti.
Una trama non banale, in cui l’emozione coinvolge a tutto tondo, tra momenti umoristici e sentimentali, oltre ad alcuni colpi di scena che rendono il titolo un capolavoro.
“Dragon Sakura”, per come parte e per il suo evolversi, riporta in mente immediatamente opere come “GTO” e “Assassination Classroom”: il questo rapporto insegnate – allievo che parte sempre con conflitti generazionali per poi evolversi ed arrivare ad una sintonia unica, in cui gli studenti si affidano completamente al professore, imparando a “camminare” da soli con le proprie forze e decidere della propria vita.
Un serie live che mette in luce, il panorama del mondo studentesco inerente ai temibili test d’ingresso nelle Università, in cui non sono coinvolti solo gli studenti ma anche le famiglie. Una realtà drammatica e forse difficile da capire per un occidentale, tanto che in certi episodi bisogna entrare mentalmente nella concezione loro per apprendere l’essenza di queste prove che i protagonisti affrontano.
Su piattaforme che trasmettono tantissimi titoli, è fantastico trovare una serie che riesce a stupirci positivamente.