Il numero di Dylan Dog che ci apprestiamo a recensire, parte da una sceneggiatura di base di grande successo: “10 Piccoli indiani” di Agatha Christie.
“Dylan Dog – E poi non rimase nessuno” realizzato da Vanzella alla sceneggiatura e Pontrelli ai disegni, pubblicato da Sergio Bonelli, porta immediatamente il lettore in una storia thriller in cui il detective dell’occulto vivrà un’avventura più legata al giallo che horror.
Intensa e suggestiva, il racconto come il Romanzo originale, si svolge in una lussuosissima villa che per via dell’alta marea rimarrà isolata dalla terra ferma fino alla mattina.
Gli invitati sono tutti legati a Maribel Sorrow, giunti alla location per un ultima cena e venire a conoscenza delle ultime volontà della donna, morta poco tempo prima.
Ad attenderli vi è Dylan Dog, amico della Maribel e suo esecutore testamentario, assoldato dalla Sorrow quando questa si è presentata da lui sotto forma di fantasma, in quanto è rimasta legata a questo mondo e vuole capire chi è stato ad ucciderla.
La storia densa di segreti che ogni personaggio porta con se, giungerà ad un terribile e drammatico finale, in cui tutti risultano vittima e carnefice di uno spietato gioco delle parti, in cui vige l’egoismo e la brama di denaro.
Ognuno dei personaggi non è proprio quello che vuole far credere, dal fratello della donna Archiebald Sorrow, la nipote Daisy Crawley che gestisce una galleria d’arte con il marito Colin Gosling, la Signora Ethel Beavers che si occupa di una fondazione per ragazze madri, il Dottor Aldriger Bert e la sua infermiera Frances Jensen ed infine il maggiordomo di casa Branson….
Un fumetto in cui Dylan Dog risulta più un comprimario che assiste all’evolversi degli avvenimenti, senza poter interagire più del dovuto, rimanendo prigioniero di vendette e rancori tra i partecipanti, scardinando quelle regole fumettistiche che lo vogliono al centro dell’azione.
Un’opera che esula dalle atmosfere di Dylan ma che risulta molto piacevole nel leggerla, con una struttura narrativa lineare e veloce, senza cadere in una sceneggiatura troppo complessa in cui lo stesso protagonista ne rimane vincolato in un labirinto senza uscita.