Questo pomeriggio alla Camera di Commercio di Lucca, in occasione del Lucca Comics & Games, la stampa ha incontrato Elisa De Marco.
Elisa è considerata la “regina del crime”, da anni attraverso i suoi seguitissimi canali racconta vicende di cronaca nera, misteri e casi irrisolti. Il suo podcast di successo”Elisa True Crime”, prodotto da Onepodcast, ha raggiunto in poco tempo le vette di tutte le classifiche ed è tra i podcast più ascoltati in Italia, raccogliendo un ampio apprezzamento in un target di persone trasversale per età.
Storia dopo storia, Elisa De Marco porta all’attenzione del suo pubblico temi di stretta attualità come la manipolazione, la violenza domestica, le truffe “romantiche”, i rischi del web e le sue più gravi distorsioni, lo stalking, la vittimizzazione secondaria, oltre che una serie di red flags, di campanelli di allarme, che ha raccolto nelle sue ricerche sui crimini più efferati e sconcertanti nati da quelle che avrebbero dovuto essere delle storie d’amore, di passione o di affetto e che invece erano tutt’altro.
Il podcast di “Elisa True Crime” è disponibile sull’ app Onepodcast e su tutte le principali piattaforme di streaming audio.
Link al podcast: https://open.spotify.com/show/5qrDv6O8ON44pXR70z4lPz?si=d4e33fde2b974c29
Ecco alcune delle domande e le sue risposte durante la conferenza :
Somme del tuo percorso nato in camera tua, arrivato su you tube e poi diventato un podcast?
E’ stato tutto molto inaspettato. Quando ho cominciato, seduta per terra col mio cellulare, cercando di mettermi davanti alla finestra con la luce, cercando di finire prima che il sole tramontasse, non mi aspettavo nulla, sono felicissima e grata di quello che è diventato, perché’ mi da l’opportunità di mandare messaggi positivi e questo per me e bellissimo. Fatico ancora oggi a crederci! L’ultima stagione di “True Crime” ci parla delle relazioni tossiche nella vita di tutti i giorni. Capita proprio a tutti impossibile che nel corso della vita non accada una situazione tossica che possa essere in amicizia, sul lavoro o in amore. Parlarne aiuta a riconoscerle.
True crime diventa spesso argomento di dibattito tra i fans, dove ognuno dice la sua chi più informato chi meno, parlare di cose di cronaca nera potrebbe essere un arma a doppio taglio, e far sembrare che si cerchi un altra verità?
Dipende c’e’ differenza tra io che tiro fuori l’argomento non da criminologa ma da scrittrice. Trovo non sia corretto ritirare fuori storie vecchie e magari risolte, parlarne, come per trovare un altra verità ed è anche pericoloso perchè si parla di storie reali. Diverso è per le storie vecchie non risolte dove si cerca la verità, quindi riparlarne potrebbe essere utile e buono, per poterla trovare.
Come lavori e come è cambiato nel tempo il modo di raccontare le tue storie?
All’inizio sono partita senza aspettarmi nulla, anche se mi sono sempre scritta una sorta di testo con concetti base per poi andare a braccio. Con il tempo questa cosa è cambiata perché ad oggi c’e’ proprio un lavoro autoriale. Io mi preparo per scritto con tutte le info corrette, in modo che possa seguire in modo da essere più accurata possibile nel mio testo. E’ cambiato molto ecco perché’ alcuni dei miei vecchi video sono stati cancellati perché’ differenti dal mio modo di lavorare di oggi essendo cambiata molto anche io.
Quale è il caso che ti è rimasto più’ ingresso?
Non ce ne uno in particolare, non penso ci sia un caso più importante di un altro, però sicuramente i casi che faccio in collaborazione con le famiglie mi rimangono di più, perché’ comunque avere un familiare che ti affida il suo caso o il suo percorso è speciale.
Hai mai percepito un malessere affrontando dei casi?
Si, sono sicuramente storie che sicuramente ti porti dentro, alcune più o alcune meno. In alcune storie magari tu ti rivedi nella vittima o in alcune dinamiche, ti capita proprio di immedesimarti. Ti ritrovi a pensare sarebbe potuto succedere a te e ti rimangono attaccate addosso, io cerco di imparare qualcosa da ognuna di queste storie. A volte mi serve proprio azzerarmi distraendomi con programmi stupidi. Lavorando tutto il giorno, tutti i giorni non puoi fare ameno di addentrarti proprio nella storia.
Ti scrivono sicuramente cose positive ma anche minacce e cose negative, come fai a vivere in maniera serena nonostante tutto ciò?
Per fortuna non ho mai ricevuto proprio minacce, nel senso tipo “dove abiti ti vengo a prendere”. Devo dire che non li ho mai presi sul serio e non credo che corra un reale pericolo, ma sulla mia salute mentale hanno un impatto, non è facile farseli scivolare addosso, ma col tempo ho imparato, anche se alcuni arrivano per colpirti sul personale, ci vuole un lavoro da fare. Durante i periodi più’ felici mi colpiscono meno le cose negative che mi vengono scritte.
C’e’ un caso che hai trattato, che vorresti continuare a trattare perché magari ti è rimasto dentro o ti senti di non averne parlato abbastanza o documentato abbastanza?
Ho citato prima quello di Emanuela Orlandi mi piacerebbe collaborare con suo fratello perché’ non ho detto tante cose, è davvero impossibile mettere tutto in un video, non è detto che magari lo farò.
Se non fosse stato per la pandemia il canale sarebbe nato comunque prima o poi?
Ci ho pensato spesso, non saprei rispondere, non è stata solo la pandemia a contribuire ma magari anche il fatto che mi trovavo in Cina senza lavoro per la situazione ,da sola. Ho arginato tutti i pensieri e credendoci mi sono sentita di farlo, se non fossi stata li con la pandemia forse non lo avrei mai aperto.
Hai mai avuto un caso dove hai indagato ma hai rinunciato a raccontarlo perché troppo pesante?
Ci sono casi in stand by proprio per questo, ma no perché’ non voglio farli ma perché’ sono più’ complicati, uno in particolare che ho in mente a cui stiamo lavorando da un anno, che prima poi faremo. Quindi dire no è stato pesante non lo faccio, proprio no, magari aspettiamo più’ tempo per recuperare maggiori informazioni e risorse si. Quindi prendo solo del tempo per trovare il modo per raccontare queste cose brutte nel modo corretto.
Nelle tue storie parti sempre dalla storia anziché’ dall’assassino o dalla vittima, vorremmo capire perché questa scelta.
Questa scelta viene perché mi sembra rispettoso partire dall’inizio raccontando chi sono le persone e la loro storia, non mi piace che la vittima sia ricordata solo per una pagina di cronaca nera, per quanto riguarda i killer mi piace parlare della loro infanzia, spesso il problema ha origine proprio li. Per me è la curiosità di provare l’origine che ha portato a quel fatto.
Come mai nel podcast ti concentri più sulle donne sia vittime che carnefici?
Non c’e’ un motivo, penso sia interessante vedere il risvolto della medaglia, quindi vedere le storie dove la donna è vittima, ma è anche interessante dove la donna diventa carnefice.
Come ti poni invece nei confronti del fenomeno del true crime?
Ognuno è responsabile di quello che butta fuori le cose che dice e le notizie che crea. Ognuno può fare quello che vuole, perché il pubblico non è stupido ma molto esigente, se a volte sbaglio è proprio il mio pubblico che me lo fa notare. Ad oggi c’e’ una sensibilità molto sviluppata specialmente nei giovani e a volte sono proprio lo più ad educare.
La narrazione della cronaca nera in Italia è legata anche alla figura di giornalisti riconoscibili. Qualcuna di queste figure ti ha dato l’input o l’ispirazione?
Crescendo guardando Lucarelli mi ha fatto quasi scoprire che avevo questa mia passione.
Come ti documenti nel corso della storia?
Ho un aiuto con il lavoro di ricerca, leggo dei libri se ci sono sul caso in quanto il cartaceo è la cosa migliore, guardo documentari ma non guardo altri video di quel caso, guardo anche gli atti giudiziari la dove è possibile.
Chi ti ha sempre sostenuto e aiutato nella tua idea?
Mia mamma appassionata mi ha sempre supportata anche se si preoccupava un po’ e poi anche mio marito che mi ha sempre supportata nonostante non fosse un appassionato di questo genere.