E’ innegabile che se oggi si parla di cultura pop, tutto è partito dagli Anni 80, periodo in cui si vivono dei cambiamenti generazionali, a tutti i livelli da quello intellettuale a quello artistico da quello politico al sociale.
Il libro “I Love 80” scritto da Micol Pedretti e pubblicato HOW2 Edizioni, presenta i principali elementi che ne hanno caratterizzato il decennio, un analisi semplice ma curata, in cui molti lettori che hanno vissuto il periodo si ritroveranno.
L’autore non vuole fare un trattato filosofico-psicologico ma un piacevole viaggio a ritroso, tra i fenomeni del cinema con film diventati cult, i primi personal computer che ci fecero capire che la società stava entrando nell’era dell’informatica, i videogiochi che sarebbero diventati la nuova frontiera dell’intrattenimento, l’invasione dei cartoons provenienti dal Giappone, la musica con Madonna, Michael Jackson, Queen, Tina Turner, Duran Duran…. Pop star che con i loro brani di pop dance, ancora oggi ascoltiamo e balliamo, sono diventati dei modelli di tendenza. In oltre si affermarono sempre di più i videomusicali, di solito eccentrici che utilizzavano effetti special.
Nelle pagine si parla della moda, molto eccentrica, ricca di colori vivaci, vige la regola dell’apparire, un elemento imprescindibile del vestiario erano le spalline ma anche gli scaldamuscoli, le minigonne indossate sopra i leggings, calzando scarpe con tacco o da ginnastica, senza dimenticare maglioni larghi, felpe immense, giubbotti e giacche in pelle….
L’opera si sofferma poi su un particolare fenomeno sociale-culturale: i “Paninari”. Un movimento giovanile nato a Milano per poi diffondersi in tutta Italia. Si radunavano presso il Burghy, una catena di fast food (altro elemento che si è affermato negli Anni 80), si caratterizzavano per il loro stile di abbigliamento firmato: dalle scarpe “Timberland” o se erano ginniche “Superga” e “Vans”. Jeans “Levi’s 501”, “Americanino”, cintura con fibbia “El Charro”, felpe “Best Company”, giubbotto di pelle da aviatore “Schot” o “Avirex”, piumino “Moncler”, gli occhiali “Ray-Ban”.
Li contraddistingueva anche un particolare lessico che utilizzavano, uno slang particolare come ad esempio: “Andare in para”, “Broccolare”, “Cifra”, “Cuccadores”, “Gallo”, “Scheggiare”, “Sfitinzia”, “Flippare” ecc… una moda che probabilmente oggi fa sorridere ma il loro successo , venne portato in televisione nel programma “Drive In” dal comico Enzo Braschi che interpretava il “Gran Gallo” dei paninari, venne realizzata una rivista “Il Paninaro” con una tiratura di 100.000 coppie per 48 numeri.
Leggere questo libro, se poi lo fate mettendo sottofondo delle canzoni del periodo, avrete l’impressione che le parole stampate sulle pagine si trasformano in immagini, dando l’idea di rivedere, passare davanti i vostri occhi, tutto quel fantastico periodo. Probabilmente un boom economico effimero ma che diede un senso di libertà, di grande divertimento e di spensieratezza, in poche parole la nostra gioventù.