L’opera inizia a vere i primi risvolti, l’introduzione di nuovi personaggi, la scoperta di nuovi segreti ma soprattutto incolla i lettori alle pagine dell’albo.
“Kalya – L’Unione Necessaria” sceneggiato da Luca Lamberti e Leonardo Cantone con disegni di Matteo Leoni, pubblicato da Bugs Comics, ci riporta nelle terre fantasy in cui Kalya insieme a Tagh si dirigono nelle terre fredde di Hobur portando l’Alkest che potrebbe porre fine al morbo pallido grazie al fatto che detiene il potere di un Fondamento.
L’alchimista Leena, viene ricevuta da Re Negoni , regnante di Galdor che la invita a seguire Kalya, perchè recuperi l’Alkest.
Il Gjaldest Dakan che ha invitato Kalya a recarsi a Hobur, organizza una riunione di pelle grigia per discutere del ritrovamento del manufatto ma viene catturato dall’ordine della Mattanza e portato alla fortezza di Harro.
Mente Varnon che sta cercando di modificare il morbo pallido, creando l’Elixir, per annullarne gli effetti mortali e salvare solo la popolazione degli elfi, riceve al suo castello Calon, il quale non è morto come sembrava ma è stato colpito dal morbo che si sta sostituendo alle sue carni e presto diverrà uno spettro, riuscendo a mantenere la propria coscienza.
Intanto nella città di Stadbrek, Kalya e Tagh vengono raggiunti da Leena e Aridan….
L’opera inizia, pagina dopo pagina a farci capire i vari obiettivi dei personaggi, in un contesto sempre più intrigante che cattura appieno l’attenzione del lettore, il quale rimane piacevolmente coinvolto in un mondo dove alchimia e realtà convivono.
Il disegno accurato, ricco di particolari con ambientazioni realizzate da conferire quel senso di realtà, danno un tocco di maggiore pathos, in cui tutto quello che accade non risulta stonante. La narrazione, anche se a volte si dilunga in dialoghi eccessivi piuttosto intrigati che creano una lettura non del tutto fluida a discapito dell’azione, ha una concezione adulta che non cade nel banale, permettendo così di far crescere i protagonisti molto differenti tra loro ma proprio per questo funzionali.
In oltre, gli autori hanno dato vita a qualcosa di molto semplice ma strutturato in maniera da incollare il lettore al racconto, ovvero erigere due schieramenti: i buoni e i cattivi ma nel mezzo una varietà immensa di altri protagonisti che vivono in quella zona d’ombra che da un momento all’altro li può far pendere da un lato o dall’altro, ed è proprio quello che piace, ognuno può essere un eroe o un antieroe… con un mistero da risolvere.