E’ previsto per il 7 Marzo l’approdo al cinema del film documentario Kina e Yuk, l’avventura di una coppia di volpi polari nell’estremo Nord del pianeta, nella zona dei ghiacci nel Grande Nord Canadese. Affidata in esclusiva alla Adler Entertainment per la versione italiana, ha già scatenato un piccolo dibattito sui social per una scelta poco gradita ad un vasto pubblico, soprattutto nella fascia dei giovani.
La voce narrante esterna alle scene è stata infatti affidata a Benedetta Rossi, nota blogger, scrittrice e conduttrice televisiva italiana. Figura professionale che mal si sposa con quella di doppiatrice. E’ facile già desumere dalla presentazione sopra riportata che, per quanto possa aver ricevuto consensi come cuoca amatoriale sui social, fino a condurre qualcosa in televisione, non sia palesemente la scelta migliore per un documentario emozionale in cui, la voce esterna, dovrebbe fare da padrona ed avvolgere lo spettatore nel viaggio di queste due creature in maniera intima e calda.
Lungi da noi ovviamente colpevolizzare e attaccare Benedetta, ma come è nostra norma ci teniamo a fare qualche riflessione in merito alle scelte che vengono fatte dalle aziende da cui ci si aspetta delle scelte più ponderate, ma soprattutto utili al miglioramento della propria immagine.
Con la miriade di giovani talenti, più o meno conosciuti, nonché di studenti delle scuole di doppiaggio, risulta essere un passo falso affidare ad una influencer un ruolo così delicato. Un compito che, con una dizione quanto meno buona, avrebbe dato molto meno nell’occhio. L’intelligibilità della sua è infatti particolarmente scarsa, l’enfasi sul lessico non impeccabile, e il risultato finale è un connotato di malus che aizza appunto i professionisti (o possibili aspiranti) che hanno investito soldi e tanti anni per poter avere una parte, anche secondaria, da inserire nel curriculum. Qui stiamo addirittura parlando di tutta una voce narrante per l’intera durata del documentario. Parte che probabilmente sarebbe anche costata a livello economico molto meno, se affidata ad una persona non “vip”.
Così, sul profilo Instagram della Adler Entertainment, non è mancata la spaccatura tra i sostenitori di Benedetta entusiasti per la notizia, spesso al limite dell’adulazione religiosa, e tutte le persona che reputano questa scelta non etica, scorretta e sintomo di un pensiero sbagliato che non vuole cambiare. La Littizzetto nei Simpsons è stata tollerata perché era di passaggio, ma soprattutto perché era la voce perfetta per il giudice. Meno Matano e Belen, tirati dentro per la loro popolarità televisiva e di intrattenimento. La Rossi invece viene considerata completamente fuori luogo per un prodotto così emotivo in cui ,l’uso esteso di una voce guida che culli per tutto il tragitto, dovrebbe essere appannaggio di un professionista mirato con la dote di affascinare la gente, tenendola incollata allo schermo grazie alla sinergia sonora e visiva.
Seppur su toni blandi (fortunatamente) è divertente notare la lotta tra “che bel doppiaggio, bravissima” e “torna in cucina, che li eri perfetta, lascia il doppiaggio ai professionisti”. Non da meno chi adduce che i nipotini saranno contentissimi di vedere questo documentario con la voce di Benedetta. A noi rimane il dubbio che questi poveri bambini siano davvero interessati alla voce della Rossi, così come di tutto il viaggio di queste due volpi che, per quanto carine e coccolose, non offrono granché di intrattenimento. Soprattutto in questo periodo in cui tra andare al cinema a vedere “Kina e Yuk“ e “Me contro Te”, siamo sicuri che la quasi maggioranza sceglierebbe il secondo. In compenso qualcuna ironizza sul fatto che di questa scelta sarà contenta la figlia che da anni studia doppiaggio!
Per quanto sia probabilmente una scelta eccellente quella di una voce femminile, che nell’immaginario riesce a far trapelare l’affetto incondizionato di una madre per i piccoli (quasi raccontasse dei suoi figli), eticamente ed anche professionalmente questo è stato sicuramente un passo falso. Non stiamo parlando del documentario del secolo, quindi difficilmente ci saranno grandi ripercussioni, però si è persa un’altra volta l’occasione di far crescere i giovani ed i professionisti grazie alla credenza che, l’influencer, ti farà sbancare il botteghino.