Il dramma, l’amore in un mondo distopico che è sopravvissuto ad una guerra mondiale, in cui la speranza è morta, dove la vita ruota intorno al “gioco” un evento sportivo crudele e di morte: “L’unico sesso” di Linda Lercari, pubblicato da 0111 Edizioni è un libro crudo con un ‘intensità emozionale che incolla il lettore alle pagine in una curata critica alla società mondiale.
Una terra post apocalittica ma non alla “Mad Max”, fatta di terre brulle e aride prive di acqua ma un luogo avvolto da ghiacci e freddo perenne, alla “Snowpiercer”, in cui la gente vive di cibo sintetico ottenuto dalla coltivazione di alghe. In questa realtà, descritta in modo tale da aver l’impressione di sentire sulla pelle il freddo e l’olezzo del mare nero del porto, vi sono due personaggi: David e Morte Bianca, due individui come tanti ma che per la bravura nel giocare al “gioco” che una specie di hockey su ghiaccio con rimandi al film “Rollerball”, nato per incanalare l’aggressività e le frustrazioni umane e tenere sotto controllo le masse, sono diventati i nuovi gladiatori osannati dal pubblico.
I governi controllano, attraverso le corporazioni di questo gioco il popolo, in esso rivediamo tra le righe un rimando all’opera “1984” di George Orwell. L’autrice ci conduce quindi in una società dittatoriale il cui scopo è schiacciare l’individuo, dove l’unica possibilità di rivalsa è diventare un eroe del gioco, garantendo un effimero benessere ma senza futuro.
David dopo che ha perso la famiglia si iscrive in una di queste corporazioni, diventando ben presto un forte atleta, tanto da partecipare alle gare più importanti. Qui conosce Morte Bianca, una donna con qualche anno più di lui, dai capelli bianco argento e gli occhi chiari. Ne rimane folgorato. Ma chi è Morte Bianca? Quali segreti e misteri nasconde questa dea della bellezza che quando scende in pista non ha pietà per nessuno ed emerge la sua crudeltà? Potrà mai nascere una storia d’amore tra i due ragazzi?
Una lettura che vi condurrà ad un finale con molti interrogativi, proprio come il mondo in cui vivono i protagonisti, in cui tutto è velleitario ma soprattutto l’effetto più drammatico è che non si riscontra speranza per un futuro nuovo. Una genialata, in quanto Linda ha saputo in maniera minuziosa introdurci in atmosfere che creano un certo disturbo riflessivo, dando vita ad un libro fantapolitico descrivendo particolari che permettono di avere sotto gli occhi i paesaggi desolati e tristi in cui si svolgono le vicende, quasi fosse un film del neorealismo. Un consiglio leggetelo.