Il marchio indelebile di uno straordinario tratto che conduce lo spettatore in mondi onirici. Hayao Miyazaki ha saputo conquistare, milioni di appassionati, con una forma artistica unica. Tra le sue opere più intense, promotrice di messaggi ambientalistici e antimilitaristi, è sicuramente “Nausicaä Della Valle del Vento”, un lavoro dall’ambientazione tra il fantasy e il fantastico, con tematiche adulte che portano a riflettere attentamente.
Il saggio in questione, scritto da Ilaria Vigorito e pubblicato dalla Società Editrice La Torre, esplora, sotto tutti gli aspetti l’opera del Maestro, mettendo a confronto la storia del manga con quella dell’anime, cercando di individuare i punti d’incontro con quegli aspetti che ne differenziano ma anche analizzandone l’aspetto artistico-culturale, tanto da influenzare il regista nelle sue future produzioni.
L’idea della realizzazione di Nausicaä, parte da un evento drammatico, accaduto nella Baia di Minamoto, situata sulla costa Occidentale del Kyushu, in cui un’azienda chimica, la Chisso Corporation, installatasi negli Anni 50, scaricò in mare elementi inquinanti (metalmercurio), causando così una tragedia ambientale, in quanto andò ad intaccare l’ecosistema marino ed in seguito la salute degli abitanti che facevano uso del pescato, provocando nella popolazione la sindrome di Minamoto.
Miyazaki, rimanendone colpito da questa immane tragedia, pose le basi dell’opera che iniziò a disegnare nel 1982 sulla Rivista Animage e che, attraverso diverse sospensioni, portò alla conclusione nel 1994 per un totale di 59 capitoli raccolti in 7 tankobon. Il film però venne realizzato prima della fine del manga, nel 1984, un prodotto che quindi presenta delle differenze sostanziali nel finale ma anche su aspetti dello sviluppo della sceneggiatura. Questo dovuto anche ad un fatto di tempistiche, budget e soprattutto di durata del lungometraggio. Tra le curiosità del film, alla sua realizzazione partecipò come animatore, un giovane Hideaki Anno futuro regista di “Neon Genesis Evangelion”.
L’autrice in maniera attenta, sviscera l’opera, analizzando minuziosamente l’evolversi non solo della trama ma degli stessi protagonisti, portando tutti sullo stesso livello, in quanto la crescita personale di Nausicaa avviene tramite tutto quella che la circonda. Tra le pagine del libro scopriamo, attraverso una scrittura coinvolgente che non siamo di fronte ad uno schieramento di buoni da un lato e cattivi dall’altro ma a qualcosa di più complesso, in una Terra martoriata, mentre la natura cerca di riprendere il proprio corso, gli uomini sono sempre in lotta, eppure ognuno di loro ha un aspetto positivo e negativo, con una propria idea si sopravvivenza.
Il film, come ci fa notare Ilaria Vigorito, accenna ad alcune tematiche che invece nel manga sono molto più sviluppate, dando una dimensione ancora più ampia, accurata ma anche più complessa di un mondo che potrebbe essere il nostro, risultando meno distante di quanto crediamo.
Nausicaä risulta essere un titolo molto attuale, pur avendo più di 30 anni. il lettore rimarrà immerso nelle pagine per come quest’opera sia ricca di contenuti, non limitatosi solo sulla trama ma anche attraverso l’aspetto delle tecniche di realizzazione, il percorso storico dalla sua prima apparizione alla nuova versione cinematografica, dopo che aveva subito uno stravolgimento narrativo per il mercato americano.
“Nausicaä Della Valle del Vento” ci viene descritta, non come un semplice opera d’intrattenimento ma come una forma artistica letterale che esplora concetti politici, sociali, culturali molto attuali.