E’ sempre un rischio, per un regista, cimentarsi con titoli che sono diventati nella storia del cinema dei veri cult.
Dan Trachtenberg ha realizzato il prequel di Predator, un film del 1987, un caposaldo della filmografia fantascientifica, grazie anche alla magnifica interpretazione di Arnold Schwarzenegger. Un’opera ricca di pathos, azione e colpi di scena che ha saputo tenere incollato lo spettatore allo schermo e che ancora oggi ha molti proseliti.
“Prey”, ambientato nel 1719 nelle Grandi pianure dell’America del Nord, dovrebbe rappresentare la prima comparsa dell’alieno appartenente alla razza yautja, sulla Terra. Il film, dalla narrazione lenta e piuttosto scontata, non ha portato niente di nuovo che non si conoscesse già di quest’opera. Ammettiamo pure che il film del 1987, si basava molto sull’effetto sorpresa, infatti fino a quasi metà film il Predator si intravede poco, quindi la minaccia è ben nascosta e lascia lo spettatore incuriosito, in un’attesa frenetica nel sapere che cosa si nasconde nella giungla.
“Prey” è monotono, inizia che la giovane Naru (Amber Midthunder) della popolazione dei Comanche vuole diventare un’abile cacciatrice, seguendo le orme del fratello e ci riuscirà eliminando il Predator. Non vi è un sussulto, un tocco innovativo, un qualcosa che potesse dare una sterzata ad un finale che si conosceva già prima di sedersi in sala. Eviterei qualsiasi paragone con il Maggiore Dutch Schaefer, perchè la protagonista, per quanto possa aver cercato di interpretare al meglio il personaggio, è priva di carisma e di quel tocco di genialità che Schwarzenegger ha donato al berretto verde.
Lo scontro finale è l’apice della banalità, o Naru è una supereroina o il Predator è il più scarso e imbranato alieno mai comparso sulla faccia cinematografica. Ha preso schiaffoni in tutte le maniere, venendo eliminato, anzi autoeliminandosi da solo in maniera rocambolesca e un pò tirata per i capelli. Se avete in mente le difficoltà, soltanto per riuscire a ferirlo nel primo film, in quest’ultima pellicola, con una banale lancia gli venivano inferte ferite quasi mortali.
La sceneggiatura avrebbe dovuto apportare delle novità perchè ambientato circa due secoli prima di “Predator”, invece a parte qualche spunto, giusto per dare l’idea del periodo, si perde nel nulla, tanto che potrebbe esser qualsiasi periodo storico. Un’occasione perduta per rilanciare un grande titolo.