E venne il giorno…
Come promesso quasi 20 anni fa, Rat-man arriva al n.100 e anche se per i fans è un traguardo ambito, ma atteso e scontato, nell’asfittico panorama italiano è ben più che un “piccolo” miracolo.
Una autoproduzione, che piano-piano arriva a essere l’opera più venduta di uno dei maggiori editori nazionali (e internazionali, la Panini è presente anche in svariati paesi europei e extra-europei, non dimentichiamolo) con una poco appetibile frequenza BI-mestrale, con un autore unico per praticamente ogni passaggio produttivo, escluse stampa e distribuzione, è qualcosa di più unico che raro.
Ed è proprio alla luce di ciò che Leo Ortolani (da tutti i fans noto bonariamente come “il Venerabile”) decide di offrire ai SUOI lettori un avvenimento celebrativo.
Se da un lato può sembrare una celebrazione del personaggio Rat-man, o del personaggio “Leo”, in realtà si è trattata di una celebrazione di tutti i fans che, con il loro supporto hanno reso possibile tutto ciò, ed lo stesso Leo, dal palco dell’Auditorium Paganini di Parma, a riconoscerlo di fronte a una platea gremitissima, oltre ogni più rosea aspettativa.
Il fan-club era arrivato già il giorno prima, o in mattinata, per mettere le proprie forze al servizio dell’evento, e infatti la folla di avventori si rivela un bel problema, che solo una organizzazione ferrea riesce a indirizzare e smistare, senza causare i temuti problemi logistici.
Certo, il rat-fan che, incurante del pericolo, legge in anteprima il n.100, davanti alle porte a vetri, e se la ride di gusto mentre all’esterno i “normali” sgranano gli occhi e attendono, al freddo e al gelo, potrebbe far pensare che la nostra serietà fosse andata a farsi benedire, ma dopotutto il Rat-fan è anche questo, no?
Poco dopo comunque le porte si aprono e l’assalto è sorprendentemente ordinato.
Lo spettacolo comincia poco dopo, in una atmosfera raccolta che sembra una festa tra amici, più che una celebrazione ufficiale, con sindaco, editore e personalità varie.
Terminato lo spettacolo, comincia la sessione di autografi, e anche qui il Leo dimostra tutta la sua generosità, non risparmiandosi e firmando, con un sorriso e una parola per tutti, praticamente più di 1000 albi e fogli vari.
Finito lo spettacolo è ora di andare a cena.
Passati in rassegna i soliti problemi di orientamento, che dalla più zotica t-RAT-toriata degli anni passati, alla lussuosa occasione ufficiale come questa, portano qualche mebro del club (nella fattispecie ME) inspiegabilmente SEMPRE in direzione di Monza, arriviamo al locale, un meraviglioso ristorante dedicato a Giuseppe Verdi nel quale la celebrazione prosegue.
Il Maestro Stefano Bollani omaggia il Venerabile di una sorprendente esecuzione di “As time goes by”, il brano più famoso di “Casablanca” (il film preferito di Leo), grazie alla stupenda voce di Monica Nostalgi perfino noi ci dimentichiamo dei manicaretti nei piatti, e ascoltiamo rapiti le sue dita volare sui tasti e la voce carezzarci tutti.
Dopo targhe celebrative, omaggi vari e memorabilia da infarto, che alcuni collezionisti esibiscono a un esterrefatto Leo, io mi permetto di esibirmi nel mio numero del “prosaico inveterato” omaggiando il Leo di una scorta di focaccia genovese, acquistata la mattina stessa, di cui so che è estimatore.
Foto di gruppo all’esterno del locale, d’obbligo.
Tanti “ratti” riuniti e nessuno che chiami il derattizzatore?
Vista la confusione che facevamo a mezzanotte passata, sospetto che i gestori del teatro attiguo, abbiano preso in considerazione la cosa, ma per fortuna ci siamo trattenuti e credo che questo ci abbia salvati.
Al ritorno, il ricordo della serata e degli amici, mi sostiene fino a Genova dove rendo la macchina ai miei.
Poi in moto altri 40 Km per tornare a casa mia, ma un colpo di sonno mi porta a uscire di strada.
Qualche invocazione di divinità egizie con parti cinofile (in onore dell’Aida di Verdi, ambientata in Egitto, probabilmente), ma la certezza che pure questo è lo scotto da pagare per essere un rat-fan, mi fa riprendere la strada fino a destinazione.
Il fatto che avessi in tasca il “santino”, che il Venerabile dedicò al club, qualche anno fa, non può che convincermi che un po’ della strana fortuna di Rat-man è passata anche a noi, visto che me la cavo sostanzialmente con qualche graffio e basta.
Ma dopotutto il Rat-fan è anche questo.
Fabio Gianello.