Il tratto lineare e pulito ma allo stesso tempo potente e filtrante, colpisce immediatamente il lettore che non può rimanere indifferente ai personaggi che sembrano prendere vita dai fogli, quasi fossero complici della lettura, tanto il loro volto sia amichevole . Questo è Riccardo Giardina che siamo andati ad intervistare, per farci raccontare come crea la magia negli sguardi dei suoi protagonisti.
Riccardo Giardina, vivo a Palermo. Sono un grande appassionato di fumetti e di boardgames
Cosa significa per te il fumetto.
Il fumetto è stato un compagno di vita da quando sono nato, non ricordo nessun periodo in cui non abbia letto dei fumetti, posso aver cambiato gusti col tempo ma la lettura è imprescindibile.
Da qui mi è venuta voglia anche di scrivere (e col tempo) disegnare storie mie, è stato un processo del tutto naturale.
Vedere come fumetti come Komi can’t communicate (il mio preferito di questo periodo) possano anche sollevare dalle giornate più problematiche è qualcosa che mi ha sempre affascinato.
Ci parli del tuo percorso professionale.
Ho iniziato tardi a disegnare, prima scrivevo dei racconti e delle storie originali sui miei personaggi (come autore ero molto influenzato dallo stile umoristico di Rumiko Takahashi), col tempo ho capito che volevo molto di più e ho iniziato a studiare disegno come autodidatta.
Ho poi frequentato la scuola di fumetto di Palermo e da lì ho iniziato a lavorare principalmente come colorista o assistente colorista. Ho lavorato su albi italiani, francesi e americani.
I miei lavori più recenti sono come assistente colorista su una serie di Buffy pubblicata dalla Boom! studios.
Per conto mio poi mi dedico alla realizzazione di miei webcomics, il più recente dei quali “Crazy Gamers” parla di un gruppo di giocatori da tavolo e di varie situazioni divertenti che si possono creare tra appassionati, ovviamente c’è anche una storia orizzontale abbastanza incentrata sul romance.
La storia è incentrata principalmente su una gamer: Isolde.
Lei è una giocatrice di giochi german, odia la casualità e ha delle piccole manie per cui ha avuto difficoltà a far amicizia.
Ma è una storia abbastanza corale, dove ogni personaggio rispecchia una caratteristica particolare di vari tipi di giocatori (quindi c’è chi è alle prime armi, chi è casinista, chi altamente competitivo, chi lo vede più come un modo per passare del tempo in compagnia).
La curiosità è che è un reboot di un mio precedente racconto (Crazy School) anche se è possibile leggerlo in maniera indipendente.
Questo webcomic mi ha dato poi modo di collaborare sia con case editrici italiane di giochi da tavolo sia con creator per alcuni progetti.
Il webcomic lo potete trovare sulla mia pagina facebook “Rick’s world”
Ci descrivi del processo di realizzazione di una tua tavola?
Dalla sceneggiatura molto semplice, passo alla realizzazione di un name (ovvero una bozza dove decido impostazione di vignette, regia, posizionamento dei baloon), fatto questo definisco il disegno, pulendolo e mettendo i dettagli.
Ormai lavoro principalmente in digitale, trovo molto più comodo modificare o sistemare aspetti che non mi soddisfano, ma il procedimento è lo stesso anche quando lavoravo in modo più tradizionale.
Quanto è importante l’umorismo nelle tavole che realizzi.
Fondamentale, le mie sono principalmente storie comiche a cui posso aggiungere altri elementi.
Ultimamente sono molto preso dalla comicità di autori come Aka Akasaka (Kaguya sama love is war), Nanashi (Non mi tormentare, Nagatoro) e Tomohito Oda (Komi can’t communicate), secondo me si amano le loro storie proprio grazie all’aspetto umoristico che possiedono.
Nel mio piccolo vorrei fare lo stesso. Voglio che i personaggi entrino nel cuore dei lettori e per me la commedia è il modo migliore per farlo.
Il tuo è un tratto delicato e nello stesso tempo molto accattivante. Cosa ne pensano i tuoi lettori.
Ti ringrazio, le mie storie puntano molto sull’alchimia tra i personaggi e cerco di renderlo anche nei miei disegni, da quel che vedo, chi mi segue tende ad amare la loro espressività che li rendono subito familiari.
Leggere le impressioni e il coinvolgimento che i lettori hanno sui miei personaggi è qualcosa che mi rende molto felice.
Che pensiero ti sei fatto della cultura fumettistica in Italia?
L’Italia è un paese cardine della cultura fumettistica mondiale, ci sono esempi di grandissimi autori ammirati in tutto il mondo, però nello stesso tempo manca un po’ di apertura su diversi generi, rendendo molto difficoltosa l’innovazione. Spesso così molti lettori tendono poi a coprire questi buchi rivolgendosi alle produzioni estere.
Secondo me bisognerebbe capire cosa funziona in fumetti come i manga (storie, regia, personaggi) per rendere propri questi punti di forza.
E’ il tuo momento…. cosa ti senti di dire ai lettori di Mondo Japan?
E’ stato un piacere conoscervi, leggete e giocate il più possibile! Siate curiosi! Scoprite il più possibile nuovi autori perché ognuno di loro può arricchirvi in maniera del tutto inaspettata.