Raffinatezza, bellezza, eleganza: nel nostro immaginario una donna che indossa il kimono è la quintessenza di queste qualità. Ed evoca immediatamente il Giappone.
Perché, pur con una storia lunga di tanti secoli, il kimono continua ad affascinare e ha mantenuto intatto il suo potere di suggestione.
La mostra “Di chi sono queste maniche?”, che verrà inaugurata a Treviso il 2 luglio prossimo, è interamente dedicata a questo indumento (il termine “kimono” significa letteralmente proprio questo) e vuole essere un percorso di avvicinamento a questo mondo di grazia e bellezza attraverso l’esposizione di pezzi pregiati provenienti dalla Kodai Yūzen Gallery di Kyōto,un corpus cospicuo di kimono fra cui spiccano alcune pregevoli riproduzioni di opere raccolte dal celebre collezionista Nomura Shōjirō(1879-1943).
La mostra proporrà un suggestivo itinerario attraverso il sentimento della natura e delle stagioni che si esprime nella poesia classica giapponese e nella decorazione del kimono. A ognuno dei pezzi esposti sono accostati esempi della poesia classica che rimandano a fiori, erbe, animali, motivi di buon auspicio presenti sulla superficie dei kimono.
A chi sa ascoltare, infatti, il kimono racconta delle storie antiche. Ricchi e molteplici sono i riferimenti poetici e simbolici nella decorazione della sua superficie: il viaggio nel mondo del kimono diventa allora viaggio nella cultura giapponese di ogni epoca fra mito, poesia, arte, moda.
Questa trama sottile di riferimenti simbolici e il suo affascinante mistero saranno rivelati nel percorso della mostra e negli eventi collaterali ad essa collegata: un seminario sull’estetica del kimono,incontri con i maestri artigiani di Kyōto, una vestizione pubblica, vera e propria cerimonia il cui rituale rimanda alla tradizione estetica classica del Giappone.
La mostra “Di chi sono queste maniche (tagasode)?” è curata da Rossella Marangoni, dell’Associazione Italiana per gli Studi Giapponesi ed è la principale proposta culturale del NIPPONBASHI D’ESTATE 2016, il festival sulla cultura giapponese che si svolge ogni anno a Treviso.
Il curioso titolo deriva da un particolare genere di paravento, il tagasode byōbu, che ebbe grande fortuna in Giappone nel XVII secolo: su questi paraventi, dal ricco fondo dorato, svariati appendiabiti in legno laccato reggono kosode (precursori del kimono),stoffe, indumenti che sembrano lasciati da qualcuno che si è appena allontanato dalla stanza, lasciando dietro di sé la scia sottile di un profumo antico. L’invito allora è di seguire quella scia e scoprire cosa rivelano colori, disegni, ricami che percorrono quelle maniche.