Per tutti coloro che negli Anni 80 hanno potuto godersi la pacifica invasione dei cartoni animati Giapponesi che hanno preso d’assalto le prime tv private, non potranno dimenticarsi di tutti quei titoli che riguardavano eroi personificati da attori all’interno di costumi scenici di robot, mostri o anche semplicemente in tutine attillate dai colori sgargianti. Qualche nome entrato nel mito: Megaloman, Ultralion, Spectreman, Zaborgar… dalle tecniche sceniche fatte di esplosioni, modellini, città in cartongesso.
“Tokusatsu – i telefilm giapponesi con effetti speciali dalle origini agli anni ottanta”, libro scritto da Massimo Nicora e pubblicato dalla Società Editrice La Torre, è un’attenta e ricercata esposizione di un fenomeno che nacque nel Paese Nipponico ma che si diffuse in tutto il Mondo, conquistando milioni di appassionati che ancora oggi se li ricordano con tanta nostalgia.
L’autore ci spiega immediatamente che questo filone di telefilm , di solito di genere fantascientifico, fanno parte di una specifica categoria artistica, derivante dalla fusione di due parole “Tokushu” e “Satsuei” ossia “effetti speciali”. Nel libro vengono analizzati i vari espedienti scenografici utilizzati negli anni e nelle diverse produzioni, dalla stop motion, alla tecnica mista riprese dal vero e animazione, la suitmation. Oltre all’introduzione di elementi che ne caratterizzeranno quali, la maschera dell’eroe e dei cattivi per individuarne immediatamente le caratteristiche, la gestualità, la musica di accompagnamento delle trasformazioni o dell’entrata in scena dell’eroe denominata “rambada”.
A sua volta i “Tokusatsu”, in base alle peculiarità del protagonista si suddividono in categorie ben precise, le più famose sono: l’eroe mascherato che si trasforma con super poteri (henshin), il protagonista che assume dimensioni enormi (kyodai), un gruppo di combattenti che si distinguono per i colori diversi delle proprie tute (sentai), il cui colore ha un linguaggio preciso, in maniera tale che ciascun membro sia sempre identificabile.
L’opera effettua un resoconto di questo genere, dagli Anni 50 fino ad arrivare agli Anni 80, nel quale presenta molti titoli che nel nostro Paese non sono mai arrivati ma che in Patria sono stati dei veri cult (Giant Robot, Super Robot Red Baron). Uno stile nato dalla passione dei Giapponesi per il telefilm di Superman del 1941, trasmesso nel 1955. Se il primo supereroe in calzamaglia Nipponico è stato Super Giant nel 1957 al cinema, la palma di primo supereroe che si presenta sui teleschermi televisivi è Gekko Kamen conosciuto come Moonlight Mask nel 1959.
La strada ormai è tracciata, gli spettatori sono innamorati di questo genere e le produzioni si susseguono, utilizzando dei clichè entrati nella storia, la motocicletta, la sciarpa intorno al collo, il potere proveniente dallo spazio, l’entità segreta dell’eroe oltre ad una serie di comprimari che accompagneranno l’eroe nelle sue imprese ma soprattutto la trasformazione fatta di pose scenografiche.
Leggere queste pagine è proprio un viaggio nel tempo, in cui vengono raccontati aneddoti, curiosità , come ad esempio il primo Tokusatsu a colori è stato “Magma Taishi” nel 1966 mentre le aziende ci avevano visto un modo per promuovere all’ interno della pellicola i propri prodotti, il riciclare di mostri utilizzati in precedenza per risparmiare sui costi, lo sfruttamento del merchandising da parte delle aziende di giocattoli, le scelte delle tematiche affrontate, valutate in base alle tendenze della società contemporanea.
I successi di questi telefilm, convinsero le Case di Produzione a coinvolgere nella produzione anche maestri del manga come Osamu Tezuka ( Thunder Mask), Go Nagai ( Battle Hawk, Azteckaiser) ma soprattutto Shotaro Ishimori (Robot Keiji, Inazuman, Robocon…)con idee originali e particolari.
Un libro intenso, accurato, non limitato ad una carrellata di titoli ma con l’intenzione di rendere partecipe il lettore ad un fenomeno che ha caratterizzato la televisione e quindi la sua passione. Quanti di noi si ricordano la capigliatura di Megaloman o le avventure degli I-Zemborg in un mondo Preistorico? Simboli indelebili di successi senza tempo che non moriranno mai .