Il Palazzo della Società Promotrice delle Belle Arti di Torino ospita , dal 23 febbraio al 25 giugno 2023, una bellissima mostra: “Utamaro Hokusai Horoshige. Geishe , samurai e la civiltà del piacere”. Entrando ci si immerge immediatamente nelle atmosfere del Sol Levante grazie a pannelli che riproducono scorci di un quartiere tipico. Nelle varie sale si possono ammirare opere del periodo Edo (1603/ 1868), di cui i principali esponenti sono i tre artisti: la natura, il teatro kabuki, l’universo femminile, i guerrieri, gli eroi e capolavori dell’arte erotica.
Suggestive sono le tavole che rappresentano le Trentasei vedute del Monte Fuji , una serie paesaggistica di stampe in stile ukiyo-e realizzata dall’artista Katsushika Hokusai (1760–1849) tra il 1826 e il 1833. In queste stampe viene rappresentato il Fuji in condizioni meteorologiche e stagioni diverse, da posti e distanze
variabili,
e le stampe con le 53 stazioni del Tokaido di Utagawa Hiroshige: durante il periodo Edo, Tokaido era l’arteria più importante perché collegava le due principali città di quel periodo, Edo e Kyoto. Kyoto era la sede del Palazzo Imperiale, mentre ad Edo risiedeva lo Shogun .
Uno spazio importante è stato dedicato alle donne : donne samurai, mamme in compagnia delle loro bambine, altre impegnate nelle faccende domestiche, cortigiane nei loro abiti lussuosi e le geishe intente ad intrattenere i clienti con la loro arte. Sono esposti oggetti utilizzati per la cura del proprio corpo e per acconciare i capelli, ma l’attenzione del visitatore non può non cadere sulla magnificenza degli abiti (i kimono) preziosamente ricamati e minuziosamente dipinti. Le donne invece non sono presenti nelle stampe che ritraggono gli attori del teatro kabuki, sono infatti gli uomini ad interpretare entrambi i ruoli. Gli attori attiravano l’ammirazione delle folle tanto da essere rappresentati nelle stampe come vere star dell’epoca. Indossavano abiti bizzarri e molto colorati e ricoprivano il volto con un trucco molto pesante.
Nel teatro Noh gli attori, per rappresentare fantasmi, dei, demoni o donne , indossavano maschere scolpite nel legno e dipinte con pigmenti naturali; in alcune vetrine presenti lungo il percorso della mostra si può ammirare la cura nei dettagli e l’attenzione con cui sono state realizzate .
Anche i lottatori di sumo furono dei veri e propri eroi popolari rappresentati dagli artisti nelle loro opere: i lottatori erano ritratti nel momento della lotta o in posa sul dohyo (il ring) con il tipico abbigliamento , ma l’impegno degli artisti fu soprattutto quello di evidenziare la possenza dei lottatori e ciò fu possibile facendo ombreggiature bianche sul corpo che ne delineano i muscoli. Le opere Shunga di Kitagawa Utamaro sono in una sala appartata e discreta , in esse sono rappresentate scene erotiche.
Procedendo verso il termine della mostra si entra in una sala che lascia senza fiato perché il visitatore ha l’impressione di trovarsi in balia delle onde del mare e si sente piccolo rispetto all’immensità del mare, e con questo stato d’animo ci si dirige verso l’opera più famosa : La grande onda di Hokusai, una grande onda che si solleva dal mare tempestoso e incombe su alcune imbarcazioni che si trovano sotto di essa. Quest’opera fa parte delle Trentasei vedute del Monte Fuji ed è la rappresentazione della forza della natura che incombe e minaccia l’umanità. Il Monte Fuji ,sul fondo , svetta all’orizzonte oltre il mare e osserva indifferente il compimento del dramma.
By Valeria Turino