Le versioni live dedicate ad opere anime, aumentano sempre di più, diventando titoli richiesti direttamente dalle piattaforme streaming.
Dopo il successo mondiale di One Piece, Netflix ci riprova con la serie action-horror “Yu Yu Hakusho”, basandosi sulla storia ideata da Yoshihiro Togashi la quale, per la versione live, è stata sviluppata da Akira Morii e Kazutaka Sakamoto.
L’opera che ha come elementi principali il mondo degli Yokai e guerrieri con capacità occulte, si può riassumere tra lo scontro delle forze umane contro i demoni, due mondi separati ma che attraverso un portale possono ricongiungersi.
Il protagonista, un giovane teppista ma dal cuore buono, Yusuke Urameshi, per salvare un bambino dall’investimento, sacrifica la sua vita. Dinanzi al Piccolo Emma, regnante del mondo dei morti, questo gli concede la possibilità di tornare in vita, se si occuperà di riportare i demoni usciti dalla loro dimensione nel loro mondo di competenza, ovvero diventare un detective del mondo degli spiriti.
Insieme a lui agirà, il rissoso Kuwabara e in seguito i due Yokai: Kurama e Hiei, quest’ultimo in ricerca di sua sorella.
La serie di cinque episodi, ha delle interessanti potenzialità, la trama è coinvolgente ma il tutto risulta troppo finto e costruito. La recitazione è statica e troppo teatrale, non risulta spontanea, tutto sembra predefinito. Gli unici che danno quel tocco di fluidità e intensità sono lo Yokai Toguro, con una personalità potente e predominante, un villain ben definito che forse avrebbe meritato un maggior approfondimento. L’altro è il magnate che vuole aprire il portale che separa i due mondi, la sua persona glaciale, sicura di se, impassibile, risulta magnetica, da lui ci si aspetta sempre qualcosa che sorprende lo spettatore.
La sceneggiatura mi è parsa povera come le scenografie, alcuni aspetti e passaggi sull’evoluzione delle capacità di Yusuke mi sono parse affrettate ma anche i protagonisti che vi ruotano intorno, hanno avuto un introduzione poco convincente creando delle lacune nel racconto, soprattutto quando inserisci protagonisti che hanno molto da dire ma poi vengono immediatamente eliminati oppure gli si dà poco risalto.
Tutto questo a discapito dell’aspetto psicologico che è poco sviluppato con combattimenti troppo lunghi, risultando poi noiosi e ripetitivi con i protagonisti che rotolano in continuazione per terra. Manca una certa freschezza e idee nuove, si ha l’impressione di assistere a quei telefilm Anni 70-80 e purtroppo non si percepisce neppure quel sapore retrò.
Una seconda stagione sarebbe plausibile se si investisse qualcosa in più, sia a livello di effetti speciali sia con una sceneggiatura che non si limiti a pochi episodi che non permettono l’evolversi dei personaggi.