Nel 2006 ma l’idea era già nata nel 2005, nasce sotto la Direzione di Andrea Bonvissuto (fotografo, membro del direttivo A.na.Co, giurato di importanti fiere del fumetto…) in formato Webzine “Cosmoplay” prima e poi in versione cartacea, la prima rivista nazionale che si occupasse del panorama cosplay, attraverso interviste ai cosplayers ma anche a tutti quei protagonisti legati a questo fenomeno ( fotografi, organizzatori, giurati…), showcase, tutorial nel preparare un costume, resoconto di eventi e presentazioni di kermesse future e tante altre news.
Una rivista creata con un idea molto precisa, presentare il cosplay in maniera completa, esaudiente, dettagliata da appassionati per appassionati, divulgandone il concetto. Una concezione piuttosto rivoluzionaria che ebbe un impatto positivo, prima sul web e poi sulla carta stampata non soltanto per i cultori ma anche per semplici curiosi.
La Redazione era composta da ragazzi che avevano vissuto e vivevano il cosplay dalle sue origini, conoscendo così pregi e difetti ma soprattutto avevano collaborato o agito dietro le quinte di importanti kermesse.
Cosmoplay era più un concetto che una semplice rivista, quest’ultima la si sfoglia, si guarda le immagini si leggono gli articoli. In realtà la fanzine (molto riduttivo e mi scuso) ti faceva capire cosa si provava a finire un costume, l’emozione di salire su un palco, il confrontarsi tra realtà di fiere e cosplayers diversi, permetteva di entrare in un’ottica più approfondita. Se oggi su settimanali o quotidiani, il cosplay viene trattato come argomento sociale, artistico, culturale un po’ di merito va a questi ragazzi che hanno messo le basi ad un giornalismo sperimentale attirando l’attenzione di importanti testate giornalistiche. Mi fa piacere ricordare, per il lavoro profuso e un impegno senza pari: Simone Mazzoleni, Ilaria Cremaschini, Nadia Baiardi, Silvia Bia, Camilla Cosmelli, Matteo Cazzaniga e tanti altri con cui mi scuso per non ricordarli. Ma il cui apporto è stato fondamentale.
Un lavoro serio ma che non tralasciava la parte più importante, anzi fondamentale, il divertimento l’aspetto goliardico di quello che doveva e deve rappresentare il cosplay. Quindi venivano messe anche in rilievo le feste, le foto assurde e “compromettenti”, le interpretazioni paradossali, i costumi più audaci o “ma perché mai!”.
La chiusura della Rivista è stata anche la fine di un periodo, in cui forse molti redattori non si riconoscevano più e si era perso quel senso di congregazione e piacevole scambio di idee e risate che avvenivano dietro il palco a discapito di competizioni agguerrite, polemiche e premi .
Un grazie comunque a Cosmoplay per aver fatto conoscere il lato più puro del cosplay.