Lupin 3 un eroe che non ha bisogno di presentazioni, dopo 50 anni dalla creazione della prima tavola, realizzata da Monkey Punch nel 1967, continua a riscuotere successo tra appassionati di tutte le età. La dimostrazione è stato durante la kermesse di Lucca Comics & Games, in cui sono stati proiettati due film inediti: “Lupin – Jigen’s Grave Marker” e “Lupin – Goemon: the Splash of Blood” e la sala cinema era tutta gremita.
Due film dal tratto più adulto e in certi casi quasi sporco ma ben delineato con un contrasto tra colori chiari dei personaggi in un contesto dove regnano sfumature opache. Si rivede il primo Lupin degli anni 70, cinico, con un humor nero, meno scanzonato quasi a diventare una macchietta e lo stesso vale per i suoi compagni, soprattutto in Fujiko che gli riviene data quella carica altamente erotica che si era con il tempo si era persa . L’anime risulta dinamico, ricco di scene in cui sprizza sangue, mentre la trama non è banale ma ben orchestrata, senza un banale e irrisorio finale.
Nello Stato di Doroa Ovest un sicario, Okuzaki, deve eliminare Jigen. La sua caratteristica è che la vittima designata, trova già la sua lapide nel cimitero. Perché vuole uccidere l’amico di Lupin e chi c’è dietro a tutto questo? Tra complotti, conflitti spionistici e scene d’inseguimento, lo spettatore viene risucchiato dalle immagini, talmente realistiche da viverle quasi di persona.
Nel secondo film Goemon si troverà ad affrontare un clan della yakuza, di cui era la guardia del corpo del capo clan, ucciso da un misterioso personaggio, Hawk, dalla forza erculea, in grado di maneggiare delle asce in maniera impeccabile, il quale deve eliminare Lupin.
In questa pellicola, il samurai Goemon, perde la sua fiducia nella mitica katana, dopo che è stato sconfitto dal misterioso individuo, per poterla riconquistarla si sottopone a dure prove, in un crescente di fiotti di sangue.
In entrambe le storie, due spin off della serie “una donna chiamata Fujiko”, viene attentamente analizzato, il disegno è preciso in tutto anche nei piccoli particolari, dalle armi da fuoco, all’incendio, dai paesaggi agli abiti dei protagonisti, tutto deve dare la sensazione che si possa toccare di mano. Due opere Action, in cui la crudezza grafica e narrativa, ci fanno apprezzare pienamente i protagonisti, pur mantenendo quei cliché che li hanno resi famosi nelle serie tv.
Per chi non avuto la possibilità di vederlo, speriamo che qualche distributore cinematografico lo compri, perché goderselo al cinema è mitico come … Lupin!