Spettacolarità, azione e divertimento. Questo attende lo spettatore andando a vedere il nuovo film di “Aquaman e il Regno Perduto”, due ore di film che non annoiano e che tengono ancorati allo schermo in una trama sempre piena di colpi di scena e trovate non banali.
Il regista James Wan su sceneggiatura di David Leslie Johnson – Mc Goldrick ha saputo mettere in campo quei incipit fondamentali dell’eroe di Atlantide, prendendo spunto da 80 anni di storie di fumetti. La narrazione fluida si basa su una regola semplice, far divertire ed emozionare coloro che si recano al cinema, quindi niente sottotrame complicate o protagonisti con problemi esistenziali o traumi psicologici. Banalmente ma molto funzionale vi sono i “Bravi” e i “cattivi”, questi ultimi ottimamente rappresentati da Black Manta (Yahya Abdul-Mateen II) soggiogato dal tridente nero che fu realizzato da Kordax il fratello del re di Atlantide Atlan, con il quale vuole eliminare Aquaman e tutta la sua famiglia. Per far questo non si pone il problema di portare al disastro ambientale la Terra, utilizzando una tecnologia antica, riscoperta tra i ghiacci dell’antartico che usa un combustibile altamente inquinante l’oricalco.
Arthur Curry (Jason Momoa), diventato papà, per far fronte a questa tremenda minaccia, deve chiedere aiuto al fratello Orm (Patrick Wilson) che è rinchiuso in una prigione in mezzo al deserto, sorvegliato dalla popolazione dei pescatori. Liberato, senza il consenso del grande consiglio, i due fratelli si mettono alla ricerca di Black Manta…
La narrazione non presenta momenti di pausa è un susseguirsi di avvenimenti, tutti ampiamente ben descritti, adatto così anche chi non conosce bene Aquaman o che non abbia visto il primo film.
L’idea di inserire, per spezzare la tensione, battute e scene divertenti, rende tutto molto più appetibile e fruibile, ottimamente interpretate da Jason Momoa che pur non assomigliante al vero Aquaman di Paul Norris e Mort Weisinger, ha saputo conferirgli un carisma e una personalità più limpida e fresca e meno negativa e pensierosa di quella del fumetto DC.
Il connubio Aquaman – Orion che prende la scena per tutto il lungometraggio, relegando un po’ in secondo piano personaggio come Mera, viene sviluppato talmente bene che ricorda la coppia Bud Spencer-Terence Hill, sempre pronti a battibeccare e andare a vanti a forza di schiaffoni, facendo così esultare il pubblico in sala.
Il film è ricco di citazione, tramite scene, inquadrature, battute da Star Wars al Signore degli Anelli, alla Guerra dei Mondi a Jurassic Park fino a giungere a prendere in giro i personaggi Marvel. Tutto questo rende l’opera degna di essere vista e gustata, per i più attenti e lettori di vecchia data, ritroviamo Topo il polpo con un incredibile intelligenza che nei fumetti Anni 50-60 era una fedele spalla di Aquaman, in oltre Arthur, nella sequenza in cui libera il fratello dalla prigione, indossa il costume azzurro, visto per un breve periodo, nei fumetti Anni 80.
Il mix d’inserire tanti elementi nei punti giusti, hanno reso l’opera concreta, con effetti spettacolari che rendono benissimo i fondali marini, danno vita ad un film di Supereroi con alcuni spunti d’attualità come il problema ambientale e l’innalzamento delle temperature, senza per questo cadere nella retorica.
Sarebbe un peccato, dopo questa ottima prestazione, non realizzare un terzo capitolo.