Ogni albo di Dylan Dog presenta delle situazioni assurde che vengono raccontate in una maniera tale che risultano reali.
“Dylan Dog – Frammenti” pubblicato da Bonelli con sceneggiatura di Paola Barbato, presenta un intenso thriller sulla multipersonalità che lascia il lettore perplesso e sconvolto nello stesso momento.
Dylan viene reinserito per motivi strategici nelle forze dell’ordine, temporaneamente, come agente speciale di Scotland Yard, per scovare un serial killer, il quale uccide le persone, pulisce meticolosamente il luogo del delitto, ricompone i corpi e prova empatia per le sue vittime dopo la morte. Sui corpi poi viene trovato una ciocca di capelli legati con un nastro di raso.
I capelli analizzati risultano essere di Angelique, una vecchia conoscenza dell’indagatore dell’incubo, la quale è stata proprio lei a chiedere che venisse coinvolto Dylan, in quanto Scotland Yard pretende il suo aiuto. Dylan e Angelique formano un team di sette elementi, tutti detenuti, per risolvere il caso….
Una storia coinvolgente che pagina dopo pagina accresce la tensione anche se verso la fine risulta la lettura piuttosto complessa e intrigata con alcuni passaggi piuttosto labirintici che costringono il lettore a rileggerle.
Dalle tavole emerge un giallo vecchia maniera, in cui verso la metà dell’avventura si percepisce chi è il colpevole forse perchè nell’idea dello sceneggiatore c’è la voglia di creare un colpo di scena ad effetto. Un racconto inquietante e cupo ma che a volte lascia aperta uno spiraglio di un fievole humor, probabilmente neppure voluto. Il punto di forza di questa storia è la caratterizzazione curata e sorprendente dei “detenuti” coinvolti nel caso, i quali emergono in maniera potente tra le vignette.
Un albo in cui vi è del sano horror, in stile “Profondo Rosso” che guarda, appunto al genere passato.