Tra la polvere da sparo delle pistole americane del tradizionale Salute to the Union per il Giorno dell’Indipendenza, e quella dei cannoni della rivoluzione francese erroneamente decantata da I Ragazzi della Senna e Cristina D’Avena nella sigla de Il Tulipano Nero (anche se lo so che pensate si intitolasse La Stella della Senna), il 4 luglio per molti è una ricorrenza letteraria molto particolare.
Nel 1862 infatti, un reverendo che amava stare con le bambine, proprio quel giorno fece con loro un’escursione in barca. Fu da quel passatempo che nacque uno dei romanzi più iconici che abbiano segnato la letteratura dell’infanzia. Ovviamente stiamo parlando di quello che i più nerd conoscono come Golden Afternoon, che la Disney ha preferito tradurre come meriggio d’oro. Il reverendo era Charles Lutwidge Dodgson, conosciuto meglio con il suo pseudonimo Lewis Carroll. Tra le bambine con lui durante quell’escursione, ce n’era una con il nome di Alice. Come è possibile intuire facilmente, questo fu il prologo il primo prologo di “Alice nel Paese delle Meraviglie”.
Queste chicche però, sono cose da Carrolliani (nel mondo Carrollians), eppure da oggi è possibile saperne di più. A cavallo di questa importante ricorrenza infatti, in Italia è nata la Lewis Carroll Society d’Italia, un’associazione senza scopo di lucro che si pone l’obbiettivo di diffondere e promuovere la cultura dietro al personaggio di Alice.
“Alice in Wonderland” non è semplicemente un classico lungometraggio dell’animazione Disney, riportato alla ribalta anche dai film Burtoniani, è una storia complessa in cui, anche il nostro paese, ha lasciato il suo tassello con alcuni degli illustratori più importanti a livello internazionale.
Promozione e non solo. La vision di questa neonata Lewis Carroll Society è costruire la prima grande raccolta italiana sui lavori di Lewis Carroll e su tutti i re-telling, volumi per bambini e chi più ne ha ne metta. Un lavoro di catalogazione, e anche un grosso investimento, che viene portato avanti dalla sua presidente, Cremaschini Ilaria, che alcuni di voi forse conoscono meglio con il suo pseudonimo Alice Chimera. Ebbene la sua collezione Chimera in Wonderland conta ad ora un numero non ben definito di edizioni (sono circa 500 quelle catalogate). A questo poi si aggiungono dischi, giochi, gadget, stampe e molta altra oggettistica a tema.
Dal 2024 l’intero archivio diventerà disponibile ai soli membri dell’associazione per poter scoprire e studiare quello che, era nato come gioco, e da oggi punta a diventare in futuro il primo museo (digitale per ora) italiano dedicato ad Alice.