L’intelligenza artificiale è un argomento ormai di moda e quindi se ne parla un po’ ovunque, perciò perché non dedicare anche una storia a Dylan Dog? Ed ecco che arriva l’albo “L’altro lato dello specchio” con sceneggiatura di Barbara Baraldi e disegni, a più mani, di Davide Furnò, Nicola Mari e Marco Nizzoli.
La storia parte lasciando il lettore piuttosto stranito, Dylan Dog insieme alla giovane Mary Ann, si presenta in una villa situata nel nulla per conoscere i genitori della ragazza.
In realtà si troverà coinvolto, in un’casa controllata da un’intelligenza artificiale generativa, da un programma chiamato Alix realizzato Jeffery Scott, fondatore e Amministratore delegato della Scott Enterprise.
Ma perché l’indagatore dell’incubo si trova in questa situazione? Chi è in realtà Mary Ann? Dylan riceve un invito ad un appuntamento in questa villa, dopo aver risolto un rompicapo sul telefonino. Qui incontra vari personaggi: dalla programmatrice del programma, ad uno scrittore di romanzi horror, al figlio dell’amministratore. Dietro a tutto ciò però vi è un mistero, risalente a vent’anni prima, quando in quella casa sono morti i genitori di Mary Ann.
Tra omicidi misteriosi, viaggi dentro lo specchio e interazioni di Dylan addirittura con la morte, emerge un raccapricciante segreto….
L’albo in questione è ricco di patos con continui colpi di scena, con rimandi, in versione horror, di “Invito a cena con delitto” o “Il delitto è servito”, per poi scemare su opere giallo-noir degli Anni 60. La narrazione serrata e intensa, trattiene il lettore sulle pagine dando quasi la sensazione che le azioni devono fuoriuscire da esse.
Tanti elementi del racconto che a prima acchito sembrano non avere una vera e propria collocazione nella sceneggiatura, invece hanno un incredibile funzionalità quando si giunge verso la fine, dando vita ad un finale tragico ma come tutti gli horror che si rispettano aperto per futuri evoluzioni.
L’ambientazione fa risaltare ampiamente il clima di mistero, in cui vi è un ‘attenta ricerca di cosa sta succedendo e chi è il colpevole, emerge molto di Agatha Christie, palpabile la scena in cui tutti i protagonisti sono riuniti in una stanza e Dylan effettua il discorso su chi potrebbe essere l’omicida e il perché.
Se devo trovare un appunto a questo numero sono i troppi tratti che diversificano, facendo perdere una certa continuità.