Il fascino del Giappone viene presentato sotto svariati aspetti, in questa occasione, il Mao Museo D’Arte Orientale di Torino, si sofferma sulla figura femminile ma presentandola sotto un aspetto meno conosciuto: “ Guerriere Dal Sol Levante”.
La mostra che sarà visitabile fino al 1 Marzo 2020, è stata curata insieme all’ Associazione Culturale Yoshin Ryu, ed è un percorso che si snoda dagli albori del mito con la divinità del sole Amaterasu, fino all’eroine dei manga dei giorni nostri. Tutto questo alternandosi tra narrazioni storico-artistiche a schede di approfondimento e reperti storici, permettendo così di conoscere queste figure di samurai donne.
Vi è un’attenta ricerca culturale, per conoscere i loro costumi, per svelare segreti di donne che prima di scendere in combattimento, non rinunciavano alla loro femminilità che avevano imparato ad educare il corpo e la mente a sconfiggere la paura e la morte.
Attraverso gli oggetti esposti , denotiamo una filosofia e un modo di vita molto diverso dalle donne Occidentali, tutto questo ricreando un viaggio esplorativo che immerge il visitatore in una nuova dimensione.
Nel percorso possiamo imbatterci in manoscritti, abiti, nelle accurate e misteriose armature, nel “Naginata” un’antica arma, specie di alabarda, utilizzata sovente dalle donne samurai ( onna-bugeisha), in quanto costituita da una lama ricurva posta all’apice di un lungo codolo che permetteva di tenere lontano il guerriero ed evitare una lotta corpo a corpo che avrebbe visto la parte femminile in svantaggio.
La serie di donne samurai che si sono immolate sui campi di battaglia sono numerose, le cui storie poi si sono intrecciate con miti e leggende: Nakano Takeko, Tomoe Gozen, Hojo Masako ma vi sono anche donne letterate che hanno posto come figura principale nei loro racconti le Onno-bugeisha. Sono il caso di Murasaki Shikibu, Izumi Shikibu, Ono no Komachi…
Anche le donne come gli uomini, avevano un rituale di suicidio che non era il seppuku ma era il Jigai. Consisteva nel taglio della arteria carotidea e vena giugulare, attraverso un coltello Tanto. Prima del atto, la donna si legava insieme le ginocchia, questo per far trovare il corpo in una condizione dignitosa, in quanto sarebbe stata colta da spasmi e convulsioni.
La mostra termina con un esposizione di personaggi femminili di manga e anime, eroine di genere pop che hanno catalizzato l’attenzione di tantissimi lettori, decretandone a volte il successo di un opera, come il caso di “Lady oscar”, “La Principessa Zaffiro”, senza dimenticare le guerriere della serie “I Cavalieri dello Zodiaco” o le bellissime sorelle di “Occhi di Gatto” ma anche le co-protagoniste delle produzioni di Leiji Matsumoto .
Un consiglio per chi si recherà a questa mostra , all’inizio del percorso vi è un documentario. Fermatevi e gustatevelo, vi permetterà di capire e apprezzare ancora meglio l’omaggio che viene rivolto alla donna Giapponese lungo tutta la sua storia.