Il Festival dell’Oriente a Rimini
Due fine settimana all’insegna dell’Estremo Oriente
Nei primi due fine settimana di marzo, la Fiera di Rimini (RN) ospita il Festival dell’Oriente, coloratissima kermesse dedicata all’Estremo Oriente. Stand commerciali e gastronomici, aree culturali, percorsi immersivi di meditazione, massaggi, arti marziali e molto altro sono solo alcune delle innumerevoli proposte del Festival. Lungo tutto l’arco della giornata è inoltre possibile assistere a spettacoli tenuti da artisti provenienti da ogni parte dell’Estremo Oriente, come Cina, Giappone, Corea, Mongolia, Vietnam, Thailandia, Sri Lanka e India, e partecipare a incontri e seminari dedicati a differenti tipi di meditazione, massaggi, terapie tradizionali olistiche e molto altro.
Il percorso dei visitatori si snoda attraverso stand provenienti dalle varie parti del mondo orientale, tra abbigliamento, oggettistica tipici, curiosità e piatti tipici delle differenti località. Non mancano inoltre aree dedicate agli approfondimenti culturali delle tradizioni delle differenti aree geografiche, come dimostrazioni di arti marziali, la possibilità di sperimentare diverse tipologie di massaggi o di meditazione, di partecipare alla cerimonia del tè giapponese o alla preparazione dei mochi, di scoprire cosa vuol dire “diventare” una geisha o un samurai, di ascoltare i canti tradizionali dei popoli nomadi della Mongolia o di cimentarsi in prove di calligrafia giapponese, cinese coreana o thailandese. Tanto spazio anche ai momenti di relax in cui poter assistere a emozionanti incontri di wrestling, sedersi sulla panchina della metro di Tokyo o provare qualche videogioco o gdr a tema orientale in compagnia di altri appassionati.
Il Festival dell’Oriente è un momento di divertimento e leggerezza fatto di tante piccole curiosità appartenenti alla sfera del quotidiano, di quella culinaria e folkloristico-culturale di mondi lontani e, ancora sotto molti aspetti, sconosciuti; l’Oriente incontra l’Occidente e porta con sé tante curiosità che, talvolta, passando attraverso i grandi veicoli mediatici, rischiano di passare inosservate.
BY Caterina Franciosi