Dal 10 al 16 agosto al cinema sarà trasmesso il film Il mio vicino Totoro (となりのトトロ Tonari no Totoro, lett.”Totoro il vicino”) scritto e diretto da Hayao Miyazaki e prodotto dallo Studio Ghibli . Questo film, che non mi stanco mai di guardare sia per i suoi personaggi , sia per le meavigliose immagini, sia per la colonna sonora composta da Joe Hisaishi che per la canzone Tonari no Totoro composta dallo stesso Miyazaki che è diventata talmente celebre in Giappone da essere insegnata nelle scuole, racconta la storia di due sorelle , Satsuki e Mei che si trasferiscono con il papà a Tokorozawa, un paesino in campagna nella prefettura di Saitama a circa 30 km da Tokyo, per essere più vicini alla mamma che è ricoverata in ospedale. Inizia così la loro avventura alla scoperta della natura e della vita agreste .
Arrivate nella loro nuova abitazione sono molto emozionate e Mei, curiosando nelle varie stanze , vede i nerini del buio, spiritelli della fuliggine che occupano le case abbandonate, poi si dirige in giardino dove incontra due spiritelli dalle lunghe orecchie, uno piccolissimo dal pelo bianco e uno più grande e azzurro e seguendoli si trova nel bosco dove vive Totoro un troll, in giapponese tororu, che la bambina , pronunciando male il nome, chiama Totoro; infine una sera lei e la sorella vedono arrivare il gattobus (nekobus), un autobus peloso con muso di gatto e 12 zampe che si muove a grande velocità superando qualunque ostacolo e gli alberi si spostano al suo passaggio. Questi personaggi, in particolarmodo Totoro e il Gattobus , si palesano nei momenti più difficili per le bambine, in quelli in cui si sentono più sole e in difficoltà, e solo loro riescono a vederli.
Nella storia si intrecciano due argomenti molto importanti per Miyazaki : la malattia della mamma , argomento autobiografico perchè anche la mamma del maestro si ammalò e fu costretta ad una lunga degenza in ospedale, vista con l’ingenuità e la spensieratezza di Mei , bambina di quattro anni, in contrapposizione con la sorella che avendo undici anni è in apprensione ed è consapevole di ciò che sta accadendo nella loro famiglia e il rispetto per l’ambiente , per la natura e per la vita in campagna . Grazie alla rappresentazione straordinaria del paesaggio e ai vari interventi di Totoro , custode e protettore della foresta, lo spettatore ha la possibilità di riflettere sul fatto che è fondamentale che le persone coesistano con la natura . Il film è ambientato in un Satoyama ossia un ambiente naturale che offre habitat e risorse naturali come cibo, legname … nulla viene buttato o sprecato, ad esempio la paglia che avanza dopo la raccolta del riso viene utilizzata per realizzare tetti o come cibo per gli animali e inoltre in questo luogo vi è la saggezza degli anziani e nello specifico Mia e sua sorella hanno la fortuna di essere accudite da una nonnina, loro vicina di casa, che le aiuta a valutare in modo prudente ed equilibrato le varie situazioni che la vita pone davanti a loro.
In queste ultime settimane in Italia è emergenza incendi, i roghi sono spesso di matrice dolosa, le fiamme stanno minacciando centri abitati, la vita delle persone e della biodiversità. Legambiente spiega che in Italia, da inizio anno al 27 luglio, sono andati in fumo ben 51.386 ettari equivalenti a oltre 73.408 campi da calcio. Dovremmo fermarci , usare l’immaginazione,pensarci insieme a Totoro, guardare le cose con gli occhi stupiti dei bambini e riflettere sul fatto che l’ambiente che ci circonda è da rispettare e amare e che spesso ci comportiamo in modo egoistico, trattando la natura come fosse una nostra proprietà con la quale farci quello che vogliamo , pensando che sia a nostra disposizione in maniera inesauribile, fino a che “gli spiriti dei boschi” protettori dell’ambiente naturale si ribelleranno e ci faranno pagare il conto.
By Valeria Turino