Il successo dei Manga in Italia ormai è una questione consolidata, lo dimostrano che le varie librerie hanno una sezione a loro dedicata, in certi supermercati hanno creato uno scaffale per la vendita e soprattutto i dati che emergono dalla Aie ci indicano il grande successo tra il pubblico di svariate età, tanto che il 30% della produzione è rivolta alla lettura dei titoli del Sol Levante.
Come si è giunti a questi numeri e perché?
Cercheremo di analizzare storicamente, culturalmente e socialmente questo fenomeno-successo. Per far questo bisogna tornare al 4 Aprile del 1978, quando su Rai 2 (conosciuto come Canale 2), nella trasmissione “Buonasera con…” venne annunciato il cartone animato “Atlas Ufo Robot Goldrake”.
Questo è il punto di partenza di tutto, è vero che prima di questa data qualche tavola dei manga era stata pubblicata, forse più per scopo di curiosità come avvenne per la Garzanti con “I Primi Eroi” del 1962 con le tavole di Son Goku di Hifumi Yamane.
Il successo di Goldrake, fu tale che in Italia vennero importati numerosi altri titolo, soprattutto ci fu un fattore fondamentale per la loro diffusione: Con la sentenza della Corte Costituzionale n° 226 del 10 Luglio 1974, si legittimava l’esistenza delle tv via cavo (tv private), le tv locali. Nel 1974 erano circa 246 nel 1980 arrivarono a 400-600.
I palinsesti si trovarono con tante ore da riempire, bisognava trovare dei prodotti che piacessero a costi contenuti.
I Giapponesi erano interessati al mercato Europeo ma temevano che l’Europa non fosse ricettiva nei confronti dei loro prodotti (molti titoli si ambientano nella Terra del Sol Levante, con tradizioni e folklore locali), quindi pur di sbarcare in questo nuovo mercato erano disposti a venderli a prezzi bassi.
Tanto che negli anni 70 lo yen veniva mantenuto artificiatamente molto basso e il costo della manodopera nipponica era conveniente, il che rendeva molto competitivi i prezzi dei prodotti del sol levante, per chi si ricorda, in quel periodo si parlava molto dell’invasione di prodotti Made in Japan.
Arrivano quindi nel Nostro Paese tantissimi titoli ma i bambini e i ragazzi non ne avevano mai abbastanza, ricordiamoci che internet non esisteva, i videoregistratori stavano nascendo i primi modelli. Quindi l’unico modo per reperire altro materiale era quello letterario-fumettistico.
LA NASCITA DELLE RIVISTE DEI CARTONIANIMATI
Infatti tra la fine degli Anni 70 e inizi Anni 80, uscirono molte riviste che presentavano storie degli eroi che si vedevano in Tv:
Tv Junior (ERI Edizioni Rai) 1978
La Banda tv (Editrice Edierre) 1980
Cartoni in Tv (Edizioni Tv) 1980
Noi Supereroi (Edizioni Tv) 1981
Tutti settimanali, le cui storie erano disegnate da autori nostrani che davano vita a nuove avventure a colori.
Tra i vari editori ci fu la Fabbri Editore che dal Novembre del 1979 pubblicò il primo dei 25 albi a colori che conteneva la versione ribaltata del Grande Mazinga di Go Nagai disegnata da Gosaku Ota tra il 1974 e 1975.
In seguito pubblicò il settimanale “Candy Candy”: che uscì nelle edicole dal 1980 al 1987, oltre alle avventure dell’orfanella di Kyoko Mizuki e Yomiko Igarashi, vennero pubblicate le storie di Lady Oscar, George, Susy del Far West, Kitty la Stella del Circo.
La Fabbri impose una linea editoriale diversa anche grazie a certi rapporti con Editori Giapponesi tra i quali quello della Kodansha e per questo ottenne un enorme successo, senza che il pubblico ne fosse a conoscenza, stava leggendo i primi manga, modificati in quanto colorati, tavole ribaltate e dialoghi non proprio fedeli.
Un’altra Rivista che si occupò, in maniera massiccia fu il Corriere dei Piccoli, il quale negli Anni 80 raggiunse le vendite di circa 400-500 mila coppie vendute a settimana. Presentava storie alcune tratte dal manga, altri da frame dei cartoni animati altre disegnate da autori italiani, si è quindi potuto leggere “Mila e Shiro”, “Occhi di Gatto”, “Hello Spank”, “L’Incantevole Creamy”…
CRISI ANIMAZIONE IN ITALIA
Tutto questo successo sembrava non aver fine, anche se vi erano molte lamentele e accuse che arrivavano da pseudo psicologi, Associazioni genitori di dubbia competenza e politici.
Avvengono dei fatti più o meno legati tra loro che portano un declino alla trasmissione dei titoli Giapponesi in Italia dalla seconda metà anni 80 alla metà Anni 90:
Bolla speculativa Giapponese formatasi a partire dal 1986 che riguarda il mercato azionario e il settore immobiliare Nipponico, portando lo yen a diventare forte e al cambio monetario, per i gestori delle tv non era più conveniente acquistare prodotti Nipponici.
Una forte censura ai danni dell’animazione avviene negli Anni 90, il Moige (Movimento Genitori Italiani) monitorava le programmazioni in tv, quindi le tv per non avere problemi, limitano se non addirittura eliminano le produzioni d’animazione Orientale.
La legge Mammì (6 Agosto 1990) proibiva d’interrompere, con messaggi commerciali, i cartoni animati. Decreto 425/91 e fissa limiti massimi di interruzione pubblicitari durante i film. Gli sponsor dei giocattoli non hanno più interesse a finanziare certi acquisti, in quanto non avrebbero il loro ritorno economico nella vendita dei gadget legati a quel determinato titolo.
In pochi Anni, in Italia è stato setacciato una produzione di 30 anni Nipponica.
INIZIA L’INVASIONE MANGA
Quando sembra ormai tutto perso e che debba arrivare la fine di questa realtà artistica- culturale, si iniziano a muovere alcuni personaggi:
Nel 1989 la Casa Editrice Granata Press, fondata da Luigi Bernardi decide di pubblicare i manga. Novembre 1990 esce il primo numero di “Zero”, si dava via alla Rivoluzione editoriale e culturale del mondo del fumetto. I primi titoli furono Ken il Guerriero e Xenon.
1992 la Play Press crea una divisione Giapponese pubblicando opere come Midnight Eye Goku, Cobra, Hotel harbor View
La Star Comics nel 1992 pubblica “Orange Road” di Izumi Matsumoto, nel 1993 Video Girl Ai
1995 Venne pubblicato per Star Comics DragonBall in versione originale, ovvero per la prima volta le tavole non vengono ribaltate ma si leggono alla maniera Giapponese. Vendite che raggiungono le 150 mila coppie ogni quindici giorni.
1996 La Panini crea la sezione Marvel Manga che nel 1998 si trasforma in Planet manga (Berserk, Silent Mobius di Kia Asamiya)
NUOVO MILLENIO
Il manga diventa una lettura diffusa, si sdogana definitivamente il termine, tanto che inizia a diffondersi non solo più tra gli appassionati “nerd”. Questo grazie a tanti fenomeni quali:
Nascono sempre più kermesse dedicate alla cultura nerd
Molti di quei bambini degli Anni 80, adesso sono in ambienti artistici, culturali, sociali e possono diffonderne in maniera obiettiva e autorevole le nozioni
Nel 2000 il film dei Pokemon al cinema registra incassi
Nel 2001 La Città incantata di Hayao Miyazaki vince l’Oscar
Nel 2002 viene coniato il termine Japan cool che esprime l’ascesa a potenza culturale del Giappone, termine utilizzato nel campo accademico e mediatico. Il marchio Japan cool è utilizzato dal Governo Nipponico per sfruttare l’industria della cultura del Paese.
Per giungere ad oggi, in cui questo panorama non è solo più fonte di intrattenimento ma anche di un importante fetta di economia Nazionale.
Ma perché piacciono così tanto i manga?
Ho provato a darne alcune spiegazioni:
- Strategia narrativa che funziona
- Il manga è uno dei principali linguaggi della contemporaneità, in quanto è in grado di spaziare attraverso vari generi, inoltre la lettura è diffusa in tutte le fasce d’età e contesti sociali e il suo aspetto più importante e la sua facilità di fruizione.
- L’offerta è tale che chiunque può trovare un manga di suo gusto.
- Sono un prodotto editoriale ben congegnato, vi sono titoli rivolti a precisi target di pubblico.
- I protagonisti, interpretano i nostri desideri e le nostre paure, le incertezze, le vittorie, la personalità e mostrano qualità desiderabili.
- I personaggi si evolvono non rimangono statici.
- Tutto è descritto con un linguaggio grafico.
- Si affrontano problemi reali: il bullismo, le dipendenze, l’esclusione dal gruppo, la morte, la sessualità. Elementi ci in cui ci si ritrova nelle storie raccontate.
- Le storie narrate possono incoraggiare la riflessione sulla società.
- Un linguaggio diretto che arriva direttamente al punto.
- Un disegno dinamico e moderno che si evolve nel tempo e si adegua all’evoluzione della società.
- L’obiettivo è di creare un prodotto seriale che piaccia al pubblico e si presta a diventare un franchise come “One Piece”, “DragonBall”, attraverso oggettistica, film, gadget…