Sono sempre stato dell’idea che sia il libro che scegli il lettore, regola che anche questa volta ha funzionato. In questo caso sono stato anche coinvolto dal grande entusiasmo dell’autore, il quale mi ha presentato l’opera letteraria in maniera intensa e ironica. Quest’ultimo punto mi ha fortemente coinvolto, mai prima di ora avevo incontrato qualcuno che gestisse il manoscritto in una maniera che lo vedesse in un ottica talmente particolare e diversa dal solito, dandogli quel tocco di originalità e di suspense, in un genere letterario, quello dello steampunk, sempre molto noir.
Allora mi sono domandato perchè non farlo presentare direttamente al creatore del componimento letterario ai lettori di Mondo Japan? Esatto perchè? non lo so… ma lascio, con molto piacere, la parola all’Autore Stefano Ottaviani.
Prima di tutto ci presenti chi è Stefano?
Ciao a tutti i lettori! Tenterò di fare una presentazione che non sembri uscita da un incontro stile alcolisti anonimi. È sempre difficile tentare di riassumersi in poche parole, quindi partirò dal motivo dell’intervista: sono uno scrittore esordiente e ho appena pubblicato un romanzo fantasy steampunk dal titolo “Molto Vapore per Nulla”, edito da Gainsworth Publishing. Oltre a ciò, direi che sono un nerd appassionato di libri, fumetti e videogiochi. Sono anche un progettista di microelettronica, ma per qualche motivo questo particolare sembra non interessare a nessuno.
- Come nasce la passione per la scrittura.
Innanzitutto, leggendo! Se non si legge e non ci si appassiona al medium come fruitore, non si può nemmeno immaginare di passare dall’altra parte della barricata e diventare un “creatore” di contenuti. Leggere è fondamentale. In secondo luogo, bisogna avere il desiderio di raccontare, di trasmettere qualcosa. Date queste due premesse, all’atto pratico la passione della scrittura può poi svilupparsi in modi diversi. Nel mio caso specifico, anche se accomuna un numero preoccupante di scrittori fantasy, è nata quasi per caso, partendo dai giochi di ruolo come D&D. Mi piaceva fare da Master, creare ambientazioni, scrivere avventure… è un hobby che obbliga a leggere e inventare storie e mi ha fatto quindi muovere i primi passi nel mondo della scrittura. Un giorno, poi, ho preso una delle mie avventure preferite e ho provato a trasformarla in un romanzo, scoprendo che il processo mi divertiva enormemente. I primi risultati erano forse discutibili, ma da lì in poi ho continuato a scrivere, passando via via a opere più strutturate fino ad arrivare a questa prima pubblicazione.
- Il libro in questione “Molto Vapore per Nulla” è di ambientazione Come sei ricaduto su questo genere?
È stato un processo graduale. All’inizio avevo pensato a un’ambientazione diversa, più in linea con il fantasy “canonico”, ma non ero soddisfatto del risultato e abbandonai l’idea. Per fortuna in quel periodo mi imbattei in “Jonathan Strange & il signor Norrell”, un romanzo ucronico ambientato nel XIX secolo, che mi convinse a sviluppare la storia in una Londra del 1840 alternativa. Iniziai a informarmi sull’Inghilterra vittoriana, decidendo che vi avrei aggiunto la stregoneria, i vampiri e altre razze magiche. E quando inizi a imbatterti in tutta la tecnologia a vapore della rivoluzione industriale e sai che vuoi aggiungerci la magia, il passo verso lo steampunk è abbastanza breve. Lo conoscevo già come genere (grazie, per esempio, a Wells nella letteratura o a Dishonored nei videogame), quindi non è stato particolarmente impegnativo immergermi nelle sue caratteristiche. E, lo ammetto, la formazione ingegneristica forse mi ha aiutato nella costruzione di un’ambientazione che fondesse tecnica e stregoneria.
- Cosa rappresenta per te lo Steampunk.
Lo steampunk è un sottogenere che mi affascina perché unisce due aspetti che mi appassionano e che a prima vista potrebbero sembrare molto distanti: la scienza e il fantasy. Incita a dare una gabbia razionale, meccanica e formale, a qualsiasi diavoleria fantastica che possa venire in mente. Per me è quindi sia un modo per liberare l’immaginazione che per esprimere l’amore per la tecnologia. Inoltre, diciamocelo, l’estetica steampunk è bellissima!
- Senza inoltrarci troppo e spoilerare la trama, ci accenneresti qualcosa sulla storia?
Il romanzo è ambientato nella Londra del 1840, che ha tuttavia delle grosse differenze dalla capitale britannica che conosciamo: tutta l’élite politica è formata da vampiri, ci sono demoni sanguinari per le strade e ai ricchi industriali piace innestarsi ingranaggi nel corpo. In questa atmosfera tesa, Lord Webster, un importante parlamentare, viene rapito da alcuni non-umani. La figlia Catherine parte dunque per un avvincente viaggio alla sua ricerca, accompagnata da Harvey Langston, un avventuriero incapace e disadattato… scoprendo ben presto degli intrighi e dei misteri più grandi di quelli che si aspettava.
- Tre aggettivi per presentare il tuo libro.
Ironico, intrigante, imprevedibile
- In un panorama sempre più mediatico, quanto è importante presentare opere letterarie a livello cartaceo.
A questa domanda potrebbe rispondere con più cognizione di causa un editore o uno scrittore navigato, ma proverò comunque a dire la mia, per quella che è la mia limitata esperienza. Nel campo letterario stanno ovviamente diffondendosi sempre di più i libri in formato digitale, grazie al basso prezzo e alla portabilità… eppure credo sia tuttora molto importante pubblicare anche in formato cartaceo. Esiste una cospicua fetta di pubblico che non sa ancora rinunciare all’esperienza della carta stampata e che non comprerebbe un’opera se disponibile solo in digitale. Anch’io sono parte di questa cerchia, tra l’altro. Raggiungere questa fetta di utenti è indispensabile, perché spesso sono i lettori più appassionati e sfegatati e che, specie per i generi più di nicchia, contribuiscono al passaparola e alle recensioni, o regalano il loro libro preferito agli amici a Natale.
Se poi vogliamo basarci sui dati, l’ISTAT ci dice che tuttora la maggior parte dei lettori preferisce il formato cartaceo… quindi, insomma, nonostante tutto il libro stampato rimane importantissimo.
- E’ il tuo momento… cosa ti senti di dire ai lettori di Mondo Japan.
Innanzitutto, vorrei ringraziare chi ha letto fino a qui! Spero che questa piccola intervista vi abbia incuriosito sullo steampunk in generale e, perché no, anche sul mio libro in particolare. Vorrei anche lanciare un appello finale a chiunque sia appassionato di fantasy: date una chance al fantasy italiano! Purtroppo è un genere in cui gli autori nostrani vengono tendenzialmente snobbati dal pubblico, che associa il fantasy solo alla letteratura anglosassone, ma provate a dargli una possibilità, non ve ne pentirete. Grazie ancora a tutti i lettori.