Al cinema è giunto l’ultimo film della saga di One Piece: “Red”, una nuova avventura per Capello di paglia Ruffy e della sua ciurma. Dopo lungometraggi come: One Piece – Avventure sulle isole volananti” “One Piece Z”, “One Piece Gold” e “One Piece Stampede” le aspettative erano molto alte, anche perchè dal titolo si metteva in evidenza la presenza di Shanks il Rosso.
Purtroppo, pur avendo un’animazione ottima, fluida con colori brillanti la sceneggiatura ma soprattutto come viene sviluppata, risulta monotona, poco convincente e in certi casi confusionaria dando risposte affrettate. In oltre, alcuni protagonisti sono snaturati graficamente, in primis Nico Robin e Sanji Vinsmoke.
LA TRAMA
Sull’isola di Elegia, la cantante Uta, una star musicale sta per tenere un suo concerto con l’intenzione di rendere tutti felici, soprattutto coloro che hanno subito angherie dai pirati.
A questo evento sono presenti anche Rufy e i suoi amici; a sorpresa della sua ciurma, il capitano è amico d’infanzia di Uta, in quanto figlia di Shanks, la quale gli chiede di abbandonare il sogno di diventare Re dei Pirati ed è disposta a tutto, in quanto possiede terribili poteri.
La popstar in realtà ha portato tutte le coscienze del pubblico in un mondo virtuale attraverso le sue canzoni.
Sull’isola la ciurma di Capello di paglia incontra Gordon, il padre adottivo di Uta, quando questa è stata lasciata su questo insediamento da Shanks, il quale però sembra aver distrutto queste terre per rubare i tesori. Questo fatto ha portato la cantante ad odiare i pirati…
L’opera realizzata per festeggiare i 25 anni di pubblicazione del manga di Eiichiro Oda è diretto da Goro Taniguchi è il 15° lungometraggio, un film che viaggia sul filo del melodrammatico con un eccesso di performance canore di Uta che vanno a discapito dell’avventura, facendolo risultare quasi un musical sconvolgendo così le atmosfere classiche di One Piece.
La partecipazione poi di troppi personaggi, comporta che tutti risultano dei comprimari, rendendo lo svolgimento della storia frammezzata, con nessun colpo di scena e riducendo a zero l’emozioni.
La pellicola risulta povere, banale, non plausibile con il mondo di One Piece, lo spettatore viene “ingannato” dal titolo, convinto di venire a conoscenza di qualche aneddoto, segreto, del passato del quarto imperatore dei mari, invece niente. Ci si sofferma su questo rapporto Uta-Rufy molto labile, tirato per i capelli e allungato all’eccesso che alla fine stanca lo spettatore, con flashback che rivelano il minimo indispensabile senza creare così curiosità.
Possiamo considerarla come una lunga puntata della serie, situata nel mezzo della fine di una saga e l’inizio di una nuova ma che non porta a niente.