Ecco l’ennesimo film dedicato a Pinocchio. Ed ecco l’ennesimo lungometraggio che ha poco da spartire con l’opera originale di Carlo Collodi,
Il Pinocchio di Guillermo del Toro, addirittura viene ambientato in un periodo storico tra la prima Guerra Mondiale e la seconda, in un contesto molto particolare, in cui si da ampio spazio alla guerra e alla politica del regime fascista.
L’opera, fin dalle prime battute risulta cupa, con personaggi grotteschi, spigolosi e poco carismatici. Un nuovo adattamento che tutto sommato a livello di sceneggiatura non risulta malvagio che però non è Pinocchio e si sarebbe potuto dargli tutto un altro titolo. Molti i cambiamenti a livello dei protagonisti: Il burattinaio Mangiafuoco è stato sostituito nel suo ruolo dal Conte Volpe, il Gatto no c’è. Lucignolo è il figlio del podestà del Paese. Una mistica figura dei boschi ha preso il posto della fata Turchina è stato inserita la scimmia Spazzatura che viaggia insieme al Conte Volpe….
La visione di questa pellicola d’animazione, realizzata con la tecnica della stop-motion, non è proprio adatta per tutti, in quanto ha perso quello spirito di favola, di Romanzo di formazione, stravolgendone la sua connotazione di titolo per ragazzi.
Pinocchio probabilmente è uno dei personaggi più volte riletti nel campo cinematografico: il più famoso è quello di Luigi Comencini nel 1972 e quello della Disney del 1940 ma vi sono altre pellicole quasi tutte liberamente tratte dall’opera di Collodi, stravolgendone in certi casi il racconto stesso, come la serie Giapponese “Le Nuove Avventure di Pinocchio” di Ippei Kuri o Pinocchio 3000 ambientato nel futuro di Daniel Robichaud, vi è una realizzazione addirittura in versione erotica nel 1971 di Alex Roman “Le avventure erotiche di Pinocchio”.
Nei panni del burattino si è cimentato anche Benigni nel film del 2002 e nel 2019, nel film diretto da Matteo Garrone, ha interpretato Geppetto. Quindi molte opere che nei decenni hanno solleticato l’interesse di registi, autori e Case di produzione, ognuno con una propria visione alternativa che non sempre ha soddisfatto il pubblico in quanto poco convincenti. Anche quest’ultima di Guillermo del Toro lascia perplessi per alcune scelte narrative in certi casi forzate e inutili nel racconto, con un finale in sè molto interessante e riflessivo ma che, ripeto, non ha niente a che spartire con il vero Pinocchio.