Le serie animate di genere robotico, continuano a interessare sempre gli spettatori, cambiano i protagonisti, le tematiche, si evolvono le tecnologie ma il concetto finale rimane sempre invariato: schieramenti formati da giganteschi mecha che lottano con armi spettacolari e dai nomi fantasiosi.
“Gurren Lagan” è l’esempio di come l’argomento sia sempre attuale. Serie di 27 puntate, prodotto dalla Gainax, alla regia Hiroyki Imaishi e alla sceneggiatura Kazuki Nakashima, in cui l’umanità è costretta a vivere in villaggi sotterranei. In uno di questi abita Simon, un ragazzo la cui occupazione è scavare tunnel, ed è proprio durante il suo lavoro che trova un oggetto a forma di piccola trivella, il Core Drille, esso non è altro che l’elemento di accensione di una testa di robot scovata in seguito che viene ribattezzata Lagann.
Insieme al suo amico Kamina, un giovane dal carattere ribelle e dirompente che vuole salire su in superficie, organizzano l’impresa, riuscendoci quando un robot di superficie, denominato Gunmen attacca il loro villaggio. Insieme alla bella e provocante cacciatrice Yoko del villaggio Littner, sconfiggono l’invasore e si ritrovano sotto il cielo azzurro.
In questa nuova realtà, vengono attaccati da ulteriori mecha pilotati dagli uomini-bestia, inviate dal Re Spirale Lord Genome, coadiuvato dai quattro Re Celesti (Adiane l’Elegante, Guame l’immobile, Cytomander il veloce, Thymilph l’Impetuoso) che vuole obbligare agli umani a vivere nelle profondità della Terra.
Kamina con un azione coraggiosa e irruenta si impadronisce di una di Gunmen e convincendo Simon alla guida del Lagann ad unirsi al suo, danno forma al robot Gurren Lagann, la cui arma principale è una mega trivella, per affrontare colui che sarà il rivale del primo arco narrativo della serie: Viral.
Kamina con il suo temperamento ardente e la grande personalità coinvolge molti altri a combattere, formando l’armata Gurren, composta da molti personaggi particolari, con la quale ha intenzione di dirigersi verso la Capitale teppelin in cui si trova Lord Genome. Purtroppo durante lo scontro contro il Re Celeste Adiane, Kamina rimane ferito a morte.
Questo è il primo colpo di scena della serie, forse anche il più significativo che stravolge il corso della trama che fino a questo punto era stata piuttosto caciarona e grottesca. Kamina con il suo carattere che catalizzava l’attenzione, fin dalla sua prima comparsa, aveva dato l’idea di essere lui il vero protagonista e invece. Purtroppo la scelta di lasciare il testimone a leader dell’Anime a Simon è stata una presa di posizione sbagliata, dal carattere troppo passivo e poco convincente, ricorda Shinji di Evangelion. Da questo momento la serie prende una piega più serie e drammatica.
L’ingresso in scena di Dian, una ragazza ritrovata da Simon all’interno di un sarcofago lasciato in una zona brulla e deserta che risulterà essere poi la figlia di LordGenome, porta nella vita del ragazzo nuovo entusiasmo e stimoli, fino a condurlo allo scontro finale che lo vedrà vincitore nei confronti del genitore della ragazza, il quale rivelerà dei segreti in merito al perchè della vita degli umani nel sottosuolo.
Le vicende si spostano di sette anni; Simon e la Brigata Lagann son i governatori della nuova società creatasi, con la popolazione che può finalmente vivere in superficie. Quando tutto sembra procedere per una vita tranquilla e serena, in cui il ragazzo si sta per fidanzarsi con Dian, arriva la razza anti-spiral, proveniente da un’altra dimensione con la capacità di distorcere la realtà. Il loro ultimo fine è eliminare il genere umano e il potere della spirale, facendo precipitare la Luna sulla Terra…
L’impressione che si è avuto nel guardare questa serie, è quella di trovarsi di fronte ad un prodotto dalle grandi potenzialità ma mal sfruttate. Il primo arco narrativo, riprende molto dalle serie robotiche Anni 70-80, la Terra deserta e brulla riporta alla mente i paesaggi di Gordian, la squadra scapestrata e casinara ricorda il gruppo di Daltanius, mentre le atmosfere della sceneggiatura Zambot 3, con tutta quella teatralità della trasformazione dei robot giganti, con un animazione coinvolgente e dinamica.
Un’opera che segue un canovaccio abbastanza consueto e lineare, da un lato il gruppo dei buoni, dall’altro quello dei cattivi e il punto saliente è il momento della trasformazione e del combattimento del robot. Nella seconda parte, si vuole inserire quell’aspetto filosofico – morale che crea una confusione, portando la serie al grottesco con situazioni incomprensibile. Inoltre il Gurren lagann subisce continue trasformazioni snaturandolo e scemando nel paradosso, bizzarro, stravagante, con comparsa di trivelle sempre più immense, tanto che l’ultima risulta più gigante del robot stesso che la utilizza, tutto questo va a penalizzare l’animazione che diventa troppo confusionaria, tanto da perdersi in un vortice di linee dinamiche ed esplosioni, in un concentrato di assurdità.
Molti gli elementi presi da Evangelion, dalla struttura narrativa al charcter design di certi mecha alla psicologia di alcuni personaggi, senza però riuscire a dare quella svolta epocale e far diventare Gurren Lagann un cult dell’animazione.