La serie televisiva “The Sandman” trasmessa su Netflix, tratta dal fumetto di Neil Gaiman pubblicata dalla DC Comics, è senza dubbio un lavoro che ha saputo conquistare sia chi conosceva il personaggio ma soprattutto coloro che non ne avevano famigliarità. Si viene catapultati in un Universo onirico, dove tutto può accadere e dove non tutto quello che accade è realtà, in un estetica di chiari e scuri quasi caleidoscopica, emozionando l’appassionato.
Inghilterra 1916, un nobile inglese Roderick Burgess nella sua sperduta villa nel Sussex, organizza un rituale magico per intrappolare la morte e così chiedergli di riportare in vita suo primogenito ucciso in battaglia.
Invece della morte cattura il suo fratello, Sogno noto anche come Morfeo (interpretato magistralmente da Tom Sturridge). Dopo averlo privato dell’elmo, un sacchetto di sabbia magica e l’amuleto con un rubino, temendo una ritorsione da parte della potente creatura, lo imprigiona in una gabbia di vetro. Contemporaneamente nel mondo, molte persone cadono in un sonno senza risveglio e altri perdono la possibilità di chiudere occhio.
Quando Burgess padre muore, la custodia del dio passa al figlio Alex fino a quando Morfeo, riesce a liberarsi, dopo più di 70 anni di prigionia. Ritornato nel suo Regno rimane scioccato dallo scoprire che il suo mondo è caduto in rovina. Lucien, la sua bibliotecaia, gli racconta che tutti i sogni e incubi sono fuggiti.
Il dio dei sogni, per poter ricostruire il suo Regno deve recuperare i 3 oggetti che gli sono stati sottratti quando venne catturato, per sapere dove si trovano consulta le Parche che gli rivelano dove si trovano.
La sua ricerca lo porta a varcare le porte dell’Inferno e scontrarsi con Lucifero…
Una serie molto particolare, nella quale si mixano in maniera molto sapiente elementi di mitologia, leggende e religione, riuscendo a farli convivere senza che nessuno prevalga o snaturi certi concetti, permettendo di dare gran respiro alle varie puntate.
Sceneggiato efficacemente con continui colpi di scena e donando al dio dei sogni, una personalità forte e carismatica senza porsi troppe domande o remore. Tutto questo coinvolge lo spettatore che si sente attratto da una storia in cui fantasy e horror, giallo e noir confluiscono in una trama onirica sempre pronta a stupire.
Tutti i protagonisti sono stai realizzati con una concezione filosofica, in quanto non si possono suddividere in “buoni” o “cattivi” ma in tanti antieroi che si relazionano con il mondo umano in una specie di interscambio, entrambi hanno bisogno dell’altro per esistere.
L’arco narrativo, fino a questo punto presentato, ha saputo essere qualcosa di particolare, interessante e uscire fuori dai soliti argomenti di tanti prodotti dozzinali. Sandman, lo si visiona, lo si gusta e terminata la trasmissione, lascia quel senso di riflessione, uno strascico positivo, un retrogusto di continuità che lo spettatore vorrebbe avere immediatamente, per soddisfare ulteriori curiosità, domande, tutto questo grazie ad un mondo di illimitata fantasia, in cui chiaro e scuro, bene e male, buono e cattivo si amalgamano per dare vita a qualcosa di unico e vitale.
Probabilmente la pecca di questo titolo è la lentezza con cui si muove tutto, questo forse è dato dal fatto che gli ingranaggi del destino si muovono lentamente. Adesso non dobbiamo far altro che aspettare la seconda serie dato che il finale apre un prosieguo per gli Eterni.