Entusiasmante. Ecco come si può definire il film di Aquaman diretto da James Wan, ricco d’azione senza però tralasciare una storia ricca di avvenimenti, sceneggiata in maniera da essere recepita da chiunque, non soltanto dai lettori del personaggio creato da Mort Weisinger e Paul Norris.
Jason Momoa, di cui avevo dei forti dubbi nell’interpretare il Re di Atlantide, gli conferisce invece un tocco di ironia che troppo spesso manca nell’Arthur Curry del fumetto, rendendo al minino quel senso di frustrazione interiore e di continua lotta tra l’uomo nato sulla Terra e il sovrano che dovrebbe essere nei fondali marini.
La DC Comics rende merito ad uno dei suoi supereroi, troppo spesso bistrattato dal pubblico ma riuscendogli a conferire un carisma che ha conquistato tutti gli spettatori in sala, meglio persino dell’impettito e ormai imborghesito Superman e il troppo lunatico, depresso e finto tenebroso di Batman.
Mera la figlia del Re di Xebel, interpretata da Amber Heard, viene caratterizzata alla perfezione risultando forse leggermente più giovane della sua corrispettiva del fumetto, comunque un dettaglio che non scardina l’ottima personificazione.
Se proprio devo trovare un appunto in questo lungometraggio è la realizzazione di Atlantide, mi ricorda un mix tra Star Wars e Avatar ma che passa subito in secondo piano per l’ emozioni che il protagonista trasmette.
E’ un film che non annoia, anzi giunti al finale ci accorge che il tempo è volato e si avrebbe il piacere di assistere a nuove avventure del Re dei sette mari. La carta vincente di Aquaman è stata la struttura semplice, senza sotto-storie contorte e villain psicopatici, un lungometraggio da potersi godere.
Gli autori hanno capito cosa desiderava il pubblico ed anche se ci sono alcuni punti, per chi non ha letto il fumetto potrebbero risultare un po’ dubbi, nessun problema è l’inizio dell’avventure di un grande eroe.