A quanto pare il mondo del cosplay è sulla strada di un cambiamento. La notizia che circola sul web è inerente al rapporto “cosplay – copyright”; per il momento la questione sembra riguardare solamente il Giappone, la patria che ha dato i natali a questo fenomeno che si è diffuso in tutto il mondo come evento divertente per gli appassionati di manga e anime. Un Hobby diventato un momento di aggregazione e d’intrattenimento.
La proposta è quella di far pagare i cosplayers il copyright dei personaggi che interpretano. L’idea arrivata dal Governo Giapponese attraverso il progetto “Cool Japan”, un comparto marketing, nato dal Ministero dell’Economia, del Commercio e dell’Industria che ha intuito nell’industria della cultura e creatività un settore strategico. Questo marchio ha lo scopo di promuovere tutti quegli aspetti dell’industria culturale “cool” del Sol Levante: anime, manga, cucina, games, fashion moda, musica J-pop……
Il cosplay rientra in questo progetto “Cool”, quindi il Governo vorrebbe regolarizzare questo hobby nei confronti di coloro che traggono benefici economici, quindi far pagare i cosplayers che ricevono pagamenti per le loro performance o postando le foto. L’idea di far pagare i diritti d’autore non sarà di semplice attuazione anche se Tara Yamada, membro della Camera dei Consiglieri, ha proposto di creare un data base in cui gli autori possano mettere a disposizione i diritti dei personaggi da loro realizzati e quindi acquistabili.
Giusto o sbagliato? Non saprei, la situazione la trovo molto nebulosa e con molti rischi. La mia domanda non è tanto quello che accadrebbe in Giappone, dove vi è un consapevolezza ed un educazione sociale più retta, quanto quello che accadrebbe in Occidente ( perché quando c’è da fare soldi facili senza lavorare, i Paesi Occidentali sono sempre in prima fila e quindi tale proposta verrebbe accolta immediatamente ) questa normativa potrebbe portare ad un fenomeno capitalistico per una certa èlite, perdendo quell’aspetto hobbystico, trasformandolo in professionismo, quindi giro di sponsor che finanzierebbero competizioni tra i cosplayers più influenti, con la conseguenza di figure come procuratori, intermediari, manager….
Ricorda tanto il gioco del calcio, nella seconda metà del ‘800 si giocava solo per lo spirito agonistico e per l’amore dello sport. Sappiamo come è andata a finire…..