Le opere di Dylan Dog spaziano molto in contesti che vanno oltre alla concezione umana, viaggiando su piani paralleli in substrati astrali, in cui l’onirico o meglio l’incubo si intreccia con il reale, dando vita a storie in cui il protagonista e quindi lo stesso lettore è coinvolto in un viaggio tra le nebbie del subconscio.
Quest’ultimo albo “Terra Funesta” con sceneggiatura di Dario Sicchio e disegni di Riccardo Torti, coinvolge l’indagatore dell’incubo in una ricerca di un individuo scomparso presso il borgo siderurgico di Glastonbury Grove, una cittadina costruita intorno alla fabbrica per i dipendenti, un luogo triste e spoglio.
Dylan è accolto al suo arrivo da una fitta nebbia che rimanda immediatamente al film Silent Hill e l’atmosfera, pagina dopo pagina riporta a quell’opera.
Una avventura in cui più ci si inoltra, più la realtà sfugge di mano, in un susseguirsi caleidoscopico di situazioni che sembrano non aver fine, in cui non si riesce a trovare l’inizio di tutto.
Chi è in realtà l’operaio scomparso? Cos’è questa misteriosa fossa nera che avrebbe le capacità di esaudire tutti i desideri? In verità lo stesso Dylan, riuscirà a trovare solo una parte delle risposte, rimanendo turbato come lo stesso lettore rimane con dei punti di domanda, tutto in un contesto che disorienta ma soprattutto crea un certo senso disturbante.
Una sceneggiatura che più che horror è drammatica, tutta la vicenda lascia un certo senso amaro in cui non ci sono vincitori ma solo sconfitti da una vita piatta e grigia, dove tutto: passato, presente e futuro è sempre condotto da rancori mai sopiti che hanno intriso quella terra, dando vita a questa strana forma senziente che è la Fossa Nera.
Una lettura molto psicologica, in certi frangenti addirittura filosofica, in cui lo stesso assistente di Dylan, Groucho, con le sue battute diventa un elemento fondamentale per vedere il concetto di vita secondo un aspetto meno drammatico ma solamente per non essere inghiottiti e ridere rimane l’elemento più saggio per rispristinare una realtà che sta svanendo.
Un numero non semplice nella lettura ma che bisogna dare atto agli autori di aver realizzato qualcosa di non banale.