La cultura Giapponese preserva un’antichissima tradizione folcloristica, radicata fortemente nell’immaginario del territorio, permeata di creature, demoni e fantasmi.
Il libro “Horror dal Giappone e dal resto dell’Asia”, edito da Profondo Rosso e scritto da Giacomo Calorio, esplora il fenomeno cinematografico horror del Sol Levante, denominato “Saiko Horaa” (Psyco-Horror), il quale presenta uno stile unico e proprio del Paese d’origine.
Con il successo della pellicola “The Ring”, diretta da Hideo Nakata, è stato dato il via ad un proliferare di opere, giunte anche in occidente che hanno riscosso interesse non solo nell’ambito degli appassionati del genere. Un cinema in cui la narrazione assume una spirale angosciante, nella quale i protagonisti si ritrovano in un finale che li riporta allo spunto di partenza del film.
L’autore si inoltra nei meandri del successo del tema horror, la cui esplosione è avvenuta nella seconda metà degli anni 90 e i primi del 2000 ma che ha radici che partono da più lontano. Le storie di fantasmi, ebbero il loro primo impulso attrattivo nel dopo guerra, negli anni 50-60, quando venivano realizzati film denominati “Kaidan Eiga” che significa “Racconti del sovrannaturale”. Essi derivano da una lunga tradizione orale, consolidata nel periodo Edo (1603-1868), dove artisti itinerari andavano a raccontare storie di occultismo, per poi, nel tempo passare alla tradizione letteraria e teatrale.
Giacomo Calorio, analizza il percorso di affermazione del genere, dal Giappone al resto del Mondo, attraverso pellicole e registi, cercando di spiegare il successo non solo cinematografico; tutto questo mettendo in risalto lo schema narrativo, la psicologia dei protagonisti: sia le vittime che i dannati ma soprattutto mettendo al centro, del suo scritto, l’elemento dell’occulto, del sovrannaturale, dell’irrazionale, fatto di angosce e tensioni che esercita un grande fascino sul pubblico