Il panorama fumettistico Italiano è ricco di giovani Autori, con idee nuove e accattivanti, riuscendo a dare al disegno quel tocco di innovazione e di freschezza , rendendo quest’arte sempre in evoluzione.
Abbiamo l’opportunità d’ intervistare Luca Franceschini con un’ opera che sta per uscire: Lucky Town.
Luca Franceschini è nato a Barga (LU) nel 1980. Cresce e vive a Lucca respirando fumetti e interessandosi di scrittura, poesia e musica. Nel 2006 si laurea in Filosofia, collabora con testate giornalistiche locali e dal 2008 è tra i soci di una software house. A dicembre 2015 si classifica secondo al concorso per sceneggiatori di fumetti “Ade Capone”, organizzato dall’Associazione “Ora Pro Comics” di Piacenza. Nel 2016 collabora con l’editore torinese “Cronaca di Topolinia”, per il quale cura la serie a fumetti Lucky Town, e con la “Bugs Comics” di Roma per la rivista Mostri. A luglio 2016 pubblica con Delos Digital il romanzo di fantascienza A.B.E. Alternative Birth Experiment. Oltre alla scrittura si dedica anche alla musica con la band rock Free-Go, con la quale incide un EP e un LP.
Ma adesso passiamo la parola al diretto interessato:
Quando hai iniziato ad interessarti del fumetto e quando hai capito che potevi essere uno sceneggiatore di fumetti.
L’interesse per il fumetto è in me da quando ho memoria. La prima data importante che ricordo è quando all’età di 9 anni dalle mani di mia sorella mi viene passato un albo dal titolo “Grand Guignol”. Era il numero 31 di Dylan Dog, mentre il primo albo da me acquistato fisicamente fu il numero 34, “Il Buio”, che rimane ancora oggi uno dei miei preferiti. Da quel momento ho “consciamente” iniziato la mia carriera di lettore seriale di fumetti. Ma anche degli anni precedenti ho ricordi di letture come Topolino, il Corriere dei Piccoli e il Giornalino. Per quanto riguarda essere uno sceneggiatore di fumetti ti rispondo che sto cercando tuttora di capire se posso esserlo.
Hai seguito un percorso professionale?
Niente di specifico se non appunto la lettura vorace di molti fumetti. Poi più tardi ho cominciato a cercare interviste e interventi di autori di fumetto sul tema del loro metodo di lavoro e sulla filiera produttiva del settore. E grande influenza ha avuto l’assidua frequentazione della fiera di fumetto della mia città: Lucca.
C’è stato qualche Autore che è stato per te un modello a cui ispirarsi?
Dirne uno sarebbe riduttivo. Facile dire Alan Moore e Frank Miller, ma aggiungo anche Garth Ennis e Grant Morrison. E tra gli italiani Tiziano Scalvi, Alfredo Castelli, e un po’ tutta la produzione Bonelli che è e rimarrà sempre un punto di riferimento imprescindibile.
Il tuo lavoro, “Lucky Town” è un noir – pulp, che cosa ti ha spinto a intraprendere questo genere narrativo.
In primis la folgorazione che provai leggendo i romanzi di Raymond Chandler e guardando i film degli anni ’40. Un immaginario che poi ho ritrovato, seppur con le rispettive declinazioni, anche in Frank Miller, David Lynch, Quentin Tarantino e molti altri. Quel mondo sfaccettato ambiguo e oscuro doveva essere assolutamente anche il mio. Mi ci sento ancora indissolubilmente e morbosamente legato.
Il protagonista è un personaggio che svolge il “lavoro sporco” dove la giustizia non può arrivare. Questa tua storia rispecchia un po’ la realtà odierna?
In realtà anche Angelo deve (almeno sulla carta) rispettare le indicazioni di chi è sopra di lui, le famiglie fondatrici di Lucky Town. La situazione rispecchia la realtà nel senso che chi ha il potere e la potenza può tranquillamente andare oltre la legge senza particolari conseguenze.
Le tavole che ho visto, presentano un tratto realistico, dalla connotazione cruda. Quasi fosse un fumetto dedicato a lettori dal palato forte. Era questa la tua idea di partenza?
Si. D’accordo con l’editor Daniela Zaccagnino e il disegnatore Adriano Imperiale abbiamo scelto un taglio che rimanesse bene impresso anche ad un lettore casuale che si imbattesse per caso in poche tavole. Abbiamo provato a spingere sull’acceleratore al massimo… speriamo di non sbandare. 😉
E’ difficile trovare l’ispirazione per la creazione di un fumetto?
Trovare spunti iniziali non è difficile. Basta essere attenti e predisposti. Un po’ la realtà e un po’ le centinaia di fumetti, libri, film e serie televisive che escono ogni giorno ne forniscono in abbondanza.
Il difficile è semmai lavorare su quegli spunti e costruire un percorso narrativo coerente e originale, in modo che abbia effettivamente qualcosa che meriti di essere raccontato, e quindi letto da qualcuno.
E’ il tuo momento. Cosa ti senti di dire ai lettori…..
Siate curiosi di scoprire nuove storie e nuovi autori. E naturalmente leggete Lucky Town!