Lupin III, soltanto il nome fa scaturire emozioni, ricordi, un personaggio che il tempo non ha scalfito ed è proprio per questo che sempre nuove avventure vengono realizzate, in quanto i fan, di tutte le età, sono sempre in attesa di nuovi impareggiabili furti.
“La Bugia di Fujiko Mine”, film del 2019, diretto da Takeshi Koike appartiene alla trilogia dei lungometraggi “La Lapide di Jigen Daisuke” e “ Ishikawa Goemon getto di sangue”, una saga che segue la scia dallo spin off “La Donna chiamata Fujiko Mime”.
“La Bugia di Mine Fujiko”, film del 2019, diretto da Takeshi Koike appartiene alla trilogia dei lungometraggi “La Lapide di Jigen Daisuke” e “ Ishikawa Goemon getto di sangue”, una saga che segue la scia dallo spin off “La Donna chiamata Fujiko Mime”.
“La Bugia di Mine Fujiko”, film del 2019, diretto da Takeshi Koike appartiene alla trilogia dei lungometraggi “La Lapide di Jigen Daisuke” e “ Ishikawa Goemon getto di sangue”, una saga che segue la scia dallo spin off “La Donna chiamata Fujiko Mime”.
Un film che presenta un’animazione molto curata, fluida e una scenografia dai tratti reali, tutto viene presentato in maniera particolareggiata proprio per dare allo spettatore, la sensazione di trovarsi nel centro dell’azione, facendo addirittura perdere la barriera di finzione cartoonistica.
Purtroppo tutta questo ottimo lavoro di predisposizione e realizzazione, non è supportato da una storia di livello, la sceneggiatura è piuttosto labile, sa di qualcosa già visto, con pochi spunti innovativi e piuttosto banali. Tutta la trama è retta dalla figura di Lupin che comunque non riesce a coprire le troppe falle, anche la scelta di non inserire in quest’opera, Goemon e Zenigata, lascia un po’ perplessi.
La stessa Fujiko che sarebbe dovuta essere la protagonista assoluta, con il procedere degli avvenimenti, pian piano ritorna ad essere una delle spalle del ladro gentiluomo.
Un particolare che attira immediatamente l’attenzione su Lupin e Fujiko, è il loro design, rispetto a tanti altri film, in questo caso si ha l’impressione che non siano più così tanto giovani, nei tratti dei visi si denota un certo flusso del tempo, hanno perso quella spensieratezza e disinvoltura nel fare le imprese portandoci spesso in lunghi silenzi e sguardi pensierosi a discapito di azione e umorismo.
Assistere a questo lungometraggio, mi ha dato la sensazione di vedere un campione del calcio verso la fine della carriera: in possesso sempre di una tecnica eccelsa ma che gli manca la freschezza dei primi tempi.
“La Bugia di Mine Fujiko” ha un’azione molto rallentata, gli avvenimenti si susseguono quasi a replay e tutti i protagonisti sembrano l’ombra di se stessi. Lo stesso Jigen lo vediamo raramente estrarre la pistola, lamentarsi di Fujiko, prendersela con Lupin perché si fa abbindolare sempre….
La trama vede Fujiko come governante di Gene, un bambino figlio di Randy, ex contabile di una società malavitosa a cui ha rubato 500 milioni di dollari, quando nella loro casa, situata nel deserto, arrivano dei sicari composti da una donna, Carla e un uomo dall’atteggiamento apatico, Bincam che cerca di uccidere Randy.
Fujiko che mira al cospicuo bottino, insieme al bambino scappano, mentre Randy fa esplodere la casa con lui dentro per fermare i malavitosi.
Gottfried, il mandatario dei sicari e presidente della società, rivuole indietro i soldi, con i quali finanza la formazione di assassini professionisti.
Sulle tracce dei 500 milioni e del misterioso capo malavitoso, si mettono anche Lupin e Jigen i quali in cambio delle combinazione segreta per ritirare il denaro che conosce solo il ragazzino, lo aiuteranno a vendicare la morte del padre…..
Un titolo dalle tinte piuttosto malinconiche che dopo più di 50 anni di storia, potrebbe rappresentare anche una svolta, nel ladro più famoso degli anime e manga.