Dopo oltre 50 anni Lupin III riesce sempre ad entusiasmare ed emozionare, le sue avventure contraddistinte d’azione e fughe rocambolesche e incredibili furti.
L’ultima serie del ladro “Lupin III, Ritorno alle origini” con la giacca blu, è una sapiente miscela tra il tratto del primo Lupin III in giacca verde e la fluidità dell’animazione odierna, tutto inserito in un contesto molto reale. La trama non scema mai nell’eccesso o nel paradossale e non trasforma neppure i protagonisti in macchiette grottesche, come troppo spesso era capitato specialmente nei confronti dell’Ispettore Zenigata.
Lupin ha la giusta spavalderia e irriverenza che lo porta ad essere goliardico, simpatico ed audace, senza farlo sembrare sciocco. La dimostrazione è l’utilizzo della sua mitica Walter P38 che non lesina nell’utilizzare per eliminare chi l’ostacola.
Questa nuova saga presenta numerosi camei per omaggiare le serie precedenti ( l’utilizzo delle precedenti giacche, la presenza di alcuni acerrimi nemici…) ed alcuni film, tra tutti “Il Castello di Cagliostro”, risultando così per certi versi un po’ nostalgico, senza però scivolare nel “già visto”, anzi conferisce nuovo smalto ad un anti-eroe che non sembra sentire il passare del tempo a differenza di altre opere con sequel, prequel, reboot come DragonBall, Mazinger Z…
Gli stessi compagni di Lupin sembrano rivivere una seconda giovinezza, specialmente Fujiko che pur mantenendo il suo atteggiamento doppiogiochista, risulta più donna, oltre ad esaminare un po’ più profondamente il legame con Lupin. Si cerca di scavare nei suoi sentimenti e nel suo passato, risultando che non sempre è il ladro a inseguirla. Tutto questo senza eliminare il suo modo decisionale e l’astuzia per inseguire i suoi interessi, soprattutto non utilizzando sempre e solo la bellezza, anche se in questa serie il suo atteggiamento sexy viene messo molto più in risalto, scemando in alcuni casi in erotismo.