L’importanza di chiamarsi Lupin III e non conoscere il passare del tempo. Questo ha portato alla realizzazione della nuova saga del ladro più famoso al mondo. Il nuovo capitolo, ribattezzato “Lupin III parte 6 –avventura a Londra”, per quanto sia ricca d’azione e colpi di scena con la sempre giusta componente umoristica, sembra risentire del trascorrere del tempo, tanto che in alcune puntate si esce dagli schemi consolidati, per cercare di dare una nuova verve ma ottenendo come risultato uno stravolgimento del personaggio che ne diventa la parodia di se stesso.
L’arguzia, l’ingegno, l’ estroversità vengono meno enfatizzate, dandole quasi per scontate, questo per mettere in risalto una personalità più pacata e più calcolatrice, in breve il suo essere uomo.
Lo si denota nella sceneggiatura, la quale presenta una stanchezza d’inventiva che si potrebbe riassume benissimo nel pensiero di Jigen del primo episodio, egli dichiara di non trovarsi più in questa nuova realtà. Il dialogo che avviene con il suo compagno di mille furti, sembra più rivolto verso gli spettatori, quasi volesse far intendere che dopo svariati decenni, anche loro iniziano ad essere usurati dal tempo e la vita iniziano a vederla sotto un’altra ottica.
La sfida che lega questo nuovo capitolo, contro Sherlock Holmes, con sotto trama la ricerca di un misterioso tesoro, sa molto di un ritrovo amarcord senza spunti innovativi.
Per quanto Lupin cerca di tenersi al passo dei tempi, con tutti i cambiamenti sociali, culturale, politici… che sono avvenuti dalla sua prima apparizione ad oggi, in questa serie qualche battuta a vuoto è parsa di vederla. Soprattutto i suoi compagni risultano a livello personale diversi, meno impulsivi, agiscono a volte più con le parole che con l’azione, Fujiko è meno cinica, Jigen più saggio, tanto da aver perso, in certi casi, quel suo stile taciturno, Gemon è quasi del tutto assente.
Lupin un antieroe che piace sempre, in quanto il suo è un carisma immutato, un amico che fa sempre piacere rivedere che anche dopo 50 anni trasmette emozioni, tanto che l’immancabile “Theme from Lupin” fa venire sempre la pelle d’oca. Probabilmente, gli stessi sceneggiatori hanno dato vita ad un Lupin legato al trascorrere del tempo, come gli appassionati delle sue prime avventure sono diventati adulti, lasciando l’impulsività alla contemplazione, anche lui si evoluto. Quindi una saga fatta più per i vecchi fan che per le nuove generazioni.