Vigamus è il Museo del videogioco, che sorge a Roma in Via Sabotino 4. Inaugurato nel 2012 fa parte della Federazione del videogames EFGAMP (European Federation of Game Arcvhives Museums and Preservation projects) ed è stata uno dei Musei fondatori insieme a quello di Berlino ( il primo Museo al mondo dedicato al Videogames) e a quello Francese.
Oltre a questo, Vigamus nel 2014 ha dato via al progetto “Vigamus Accademy” e nel 2016 al evento annuale “Vigamus Gamerome”, di livello Internazionale con novità, ospiti e conferenze che si svolge nel Mese di Novembre.
Noi di Mondo Japan ci siamo recati a visitarlo e a incontrare il realizzatore oltre ad esserne il Direttore del Museo: Marco Accordi Rickards, con il quale è scaturita una piacevole chiacchierata, con parecchi aneddoti che mi hanno permesso di apprezzare ancora di più questa realtà culturale.
Quando e come nasce il Museo.
Il Museo è stato inaugurato il 20 Ottobre 2012 ma era dal 2008 che ci stavo lavorando. E’ nato forse anche per caso, in quanto occupandomi di videogames, prima come giornalista e in seguito come Capo Redattore, ho iniziato ad interessarmi a questo fenomeno ludico come forma culturale, con l’intenzione di creare un luogo fisico in cui poter ripercorrere la storia dei Games come forma d’arte.
Purtroppo le difficoltà nel realizzare l’idea in realtà, sono state molteplici ma non c’è mai stato il dubbio di non aprirlo.
Le battaglie anche dopo l’inaugurazione , non erano finite, in quanto per essere considerati Musei, bisogna ottenere il riconoscimento dal Ministro dei Beni Culturali, per essere poi inseriti in una lista che si suddivide in Musei Pubblici e Privati (Vigamus appartiene ai Musei Privati), in seguito ci vuole un anno di esercizio per vedere se il tipo di Museo funziona.
Un’altra difficoltà è basata sulla considerazione culturale riguardante il videogames. Già la parola lo etichetta come qualcosa di frivolo, un gioco, un passatempo, in oltre quando si ha che fare con le istituzioni, sovente si ha che fare con persone che non conoscono bene l’argomento, associandolo spesso alle macchinette del videopoker, con tutte le conseguenze che comporta e che ben conosciamo.
Nei miei interventi in conferenze e dibattiti, ho sempre cercato di far capire che il videogames è una forma culturale, paragonabile a opere cinematografiche e letterarie. E’ vero che la storia dei Games, rispetto alle altre due forme culturali accennate prima, è molto più recente, possiamo considerarlo un bambino ma in grado evolversi molto più velocemente grazie alla tecnologia dei computer.
Come è stato strutturato il Museo? Che tipo di “pezzi” storici sono stati esposti.
La scelta è caduta nell’esporre “pezzi comuni” (es. Commodore 16, 64, 128, oppure lo Spectrum, Atari, Play Station, Super Nintendo….) questo perché il Museo vuole raccontare l’evolversi di questo medium attraverso i capisaldi del videogames che hanno saputo plasmare il genere.
I “pezzi” rari è più un fenomeno da collezionisti, limitato un po’ a se stesso.
Il percorso principale del Museo si dipana dal 1958, quando possiamo iniziare a parlare di concetto di videogioco, nel momento in cui il fisico statunitense William Higinbotham ideò una partita di tennis simulata (Tennis For Two) all’interno dell’Istituto di Ricerca di Brookhaven National Laboratory (BNL), fino al 1985. Sono stati gli anni che hanno segnato la formazione e lo sviluppo degli Arcade che poi hanno dato vita al grande mercato del videogames. Forse il periodo che le persone conoscono meno.
Che iniziative ed eventi avete realizzato?
Sono molte le iniziative che abbiamo realizzato nella nostra struttura, in quanto deve essere un luogo che diventi la “Casa” dei videogiocatori, in cui ci si possa confrontare, scambiare idea e celebrare eventi e organizzare worshop.
Progetti futuri?
Stiamo lavorando ad un iniziativa…. Ma per il momento è tutto top secret.
Allora caro Marco, Mondo Japan rimarrà sintonizzato sulle frequenze di Vigamus per saperne di più prossimamente e nel frattempo ti Ringrazio per la tua piacevole disponibilità.