Addentriamoci nel mondo del pugilato ma attraverso drammi e violenza.
Riku Azami è un bambino che dopo il suicidio del padre per debito con la yakuza e l’allontanamento della madre, una tossicodipendente il cui compagno, uno spacciatore che viene ucciso dallo stesso Riku , viene preso sotto custodia da Kyosuke Tokorozawa un ex pugile, campione del titolo OPBF (Oriental And Pacific Boxing Federation), ora esattore per conto della yakuza.
L’ex pugile, affida il bambino alla palestra di pugilato di Baba Shinki, per farlo diventare come desidera lo stesso Riku un forte pugile per poter difendere le persone con le mani.
Dopo un lunghi e massacranti allenamenti per sette anni, il ragazzo affronta il suo primo match per entrare nel mondo del professionismo. La vittoria di Riku è schiacciante, con un solo colpo mette ko l’avversario.
Il ragazzo diventato un professionista, scegli la categoria dei pesi leggeri come Kyosuke e seguire le sue gesta per conquistare la cintura di campione.
Ma la strada per il successo è lunga e articolata ma soprattutto Riku, dietro quella sua maschera d’impassibilità e di solitudine non nasconde un animo vendicativo, un serial killer pronto ad uccidere sul ring?
Il manga di Toshimitsu Matsubara, ricorda sotto molti aspetti due miti del pugilato: Rocky Joe e Forza Sugar. La storia è coinvolgente, il disegno che non presenta molti fondali, ha un tratto sporco ma molto lineare e ben delineato. Le scene d’azione sono ben strutturate mai confusionarie ma soprattutto danno l’idea dl movimento frenetico.
Unica nota stonante è un eccesso di violenza gratuita, soprattutto nel periodo in cui Riku e bambino, creare quella sensazione di disagio sociale per via di un infanzia difficile che porta il ragazzo a comportarsi in maniera violenta, cercando una via di riscatto o di vendetta contro la vita stessa.
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