Ogni tanto ci facciamo trasportare dai sentimentalismi e la maggior parte delle volte, dobbiamo ammetterlo, ci va male. Noi amanti dei fumetti ne sappiamo qualche cosa: a quanti remake, reboot, restart, reinnesti in universi che non appartengono alla natura dell’opera originale abbiamo assistito? Non voglio citare nessun titolo per non riaprire ferite ancora orribilmente sanguinanti.
Ma visto che siamo sentimentali non ci siamo fatti scappare il volume che riporta in auge una delle coppie più amate del cinema italiano e mondiale: Bud Spencer e Terence Hill.
Dimentichiamoci per un attimo di Don Matteo e ritorniamo al vecchio west. I due fratelli, non più straccioni, si ritrovano immischiati nel bordello di New Orleans di cui hanno spesso parlato riferendosi ai rivali nel lavoro della loro cara mamma.
Il risultato è un piacevole salto nell’universo cinematografico dello spaghetti western: le vite dei personaggi di questa storia si incrociano intorno alle scale di un bordello, alla ricerca di un bottino che fa gola a tutti (ovviamente da dividere un terzo a te un terzo a me e un terzo alla mamma).
I personaggi sono caratterizzati in maniera forse troppo semplice, con qualche cambio di direzione in corsa e forse qualche passaggio non troppo scorrevole da una tavola all’altra. La comicità leggera a cui ci hanno abituato i due attori italo-americani però alleggerisce questi difetti trasformando il prodotto in un gradevole passatempo.
Buoni i disegni di Alberto Baldisserotto che sceglie una tricromia (bianco, nero e sabbia) per inquadrare i polverosi ambienti del west; i protagonisti sono molto simili agli attori originali mentre le figure secondarie in qualche modo hanno il compito di richiamare alla mente i personaggi classici del fumetto nostrano, soprattutto made in Bonelli. Manca un po’ di dinamismo nei disegni a discapito di alcuni elementi essenziali per la ricostruzione di Trinità e Bambino: l’agilità di Terence e la prepotenza della forza di Bud hanno sfogo nella storia ma non nei disegni.
Leonardo Baldelli ai testi elabora una storia semplice ma non esce mai dai binari, il risultato è una lettura leggera che però non avrebbe occupato più di 15 minuti in una pellicola (e poco di più in lettura). L’elemento che forse traspare di più dalla storia è l’amore per i personaggi, frutto di ore e ore a riguardare le loro pellicole, senza dubbio con un sorriso enorme sul volto. D’altronde di complicato c’è solo il segno della croce no?
Prima storia di un progetto sicuramente più lungo dal quale mi aspetto un miglioramento di volume in volume e di storia in storia.
Voto: 6,5 di stima anche per la lettera di Terence Hill all’inizio del volume.
By Alessio Corbella