Quando il bullizzato da vittima diventa carnefice. Così si potrebbe riassumere il manga “6 Crucisix” di Shiryu Nakatake, pubblicato da Star Comics, in cui il dodicenne Shun Uruma è stato preso di mira da alcuni suoi compagni di scuola che lo chiamano “Cavia A”, compiendo su di lui brutali atrocità.
Questi sono capeggiati da Kya Shigoku, considerato il leader del gruppo, il quale arriva addirittura a creare un incidente stradale, in cui perdono la vita i genitori di Shiryu e il fratellino rimane gravemente ferito.
Il dodicenne, andato a vivere con il nonno, scopre che questo faceva parte dell’unità Kitayama, un corpo militare segreto, nato in Giappone durante la Seconda Guerra Mondiale, dove imparò ad uccidere.
Il nipote deciso a vendicarsi, trova nel nonno colui che lo può addestrare in questa impresa.
Quattro anni dopo, al Liceo Meiseki…
Un’opera cruda che in certi frangenti risulta anche disturbante visivamente, la quale verte tutto sulla voglia di vendetta di Shiryu ma con un avvertimento del nonno: “chiudi un occhio su chi ha riconosciuto i propri errori, in quanto tutti hanno bisogno di un occasione per cambiare e rinascere. Ma se le persone che non sono in grado di cambiare non possono essere definite tali, in quel caso ha senso eliminarle”.
Un titolo che basa la narrazione soprattutto sulla violenza psicologica; gli sguardi degli aguzzini, tormentati e complessati, spaventano per l’eccitazione nel far male ad un coetaneo, gli occhi immersi in un vuoto di pazzia, quasi fossero sotto l’effetto di stupefacenti, adrenalina che scorre in loro, dà vita ad un atteggiamento di follia che ricorda i protagonisti del film “Arancia Meccanica” di Stanley Kubrick.
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