Aquaman è un supereroe che troppe volte è stato bistrattato e di conseguenza deriso da molti lettori dei Comics, colpa della serie dei superamici degli Anni 70-80, prodotta da Hanna & Barbera che hanno realizzato il personaggio in maniera troppo superficiale.
Con l’uscita del primo film nel 2017, Arthur Curry, interpretato da Jason Montana ha riacquistato lustro e prestigio, confermando questo successo anche con il secondo lungometraggio uscito al cinema qualche mese fa.
La Dc Comics, per colmare gli avvenimenti che sono accaduti tra le due pellicole ha realizzato un albo speciale “Aquaman e il Regno Perduto”, in cui spiega certe situazioni che poi si vedranno nel film.
L’opera pubblicata da Panini Comics è suddivisa in tre storie: la prima vede Arthur Curry che deve vedersela con dei terroristi ambientali, capitanati da una rivoluzionaria donna di nome Grande Bianco che minacciano con una metabomba la Conferenza di Scienza e Tecnologia presso la Fondazione Wayne, mentre sta preparando il matrimonio con Mera.
Nella seconda è incentrata su Black Manta e di come forma l’esercito dei suoi seguaci, i Manta Men, con i quali si dirige in Antartide dove è stato trovato qualcosa di Atlantideo…
Nell’ultimo capitolo, le vicende sono incentrate sul fratello di Arthur, Orm, il quale viene condotto nelle prigioni situate in profondità sotto le sabbie del deserto, sorvegliate dai temibili Deserter, discendenti vampireschi di un’antica tribù di Atlantide che abbandonò l’Oceano per idratarsi con il sangue…
Gli autori Tim Seeley e Miguel Mendonca, hanno cercato di dare una continuità e una struttura narrativa che legasse le due opere cinematografiche, riuscendoci senza creare discrepanze o paradossi. Tutto questo però fa risultare la storia fuori dalla continuity di Aquaman fumetto, stravolgendone alcuni aspetti storici, tra il quale il più eclatante: Arthur e Mera si erano già sposati sull’albo uscito il 18 Dicembre del 1964.
Possiamo ben dire che è un fumetto svoltosi in un mondo parallelo o alternativo, in un multiverso che oggi va tanto di moda. Lettura piacevole, ricca di colpi di scena ma purtroppo troppo tutto molto fine a se stesso, in quanto legato alla pellicola. Tra le tre storie, quella che ha maggior spessore sia sotto l’aspetto psicologico che funzionale per il proseguo è inerente a Black Manta, mentre quella di Aquaman, i cui protagonisti presenti sono uguali agli attori del film, si ha l’impressione di leggere un fotoromanzo, mantenendo quell’umorismo che troppe volte è mancato all’eroe di Atlantide nei decenni passati.