La parola kimono ( 着物 ) vuol dire indumento, deriva da ki (vestire) e mono (cosa).
Negli anime vediamo spesso rappresentate belle ragazze in kimono che a seconda dell’occasione indossano quello più adeguato. Ci sono anche personaggi maschili che indossano il kimono , tra i più famosi c’è Goemon Ishikawa , fedele amico di Lupen. I kimono da uomo seguono un unico stile e variano tra loro solamente per il colore (quasi sempre con tonalità scure come nero, grigio, blu scuro, marrone) e per il tessuto. Al contrario di quelli femminili, hanno le maniche più corte e cucite al corpo, ad eccezione della parte finale, non presentano nessuna piegatura in vita e l’obi viene annodato sull’anca e non sulla vita e possono essere accompagnati da un hakama (una specie di gonna).
Tra le giovani giapponesi il modello che va più di moda è lo yukata, è quindi scontato trovare negli anime personaggi che lo indossano : spesso queste scene sono ambientate durante festività locali tradizionali, i matsuri 祭り, oppure in altri eventi informali come il festival Obon matsuri (お盆祭り una festività religiosa legata al culto dei morti che si tiene in agosto; il Tanabata matsuri (七夕祭り si tiene in luglio, o alle feste estive dei fuochi d’artificio (花火大会 hanabi taikai, “esibizione di fuochi d’artificio). Non presenta fodera, è composto da un unico vestito (più l’obi e i geta) ed il tessuto che viene utilizzato per realizzarlo è quasi sempre cotone o materiale sintetico. In origine gli yukata erano utilizzati unicamente nei bagni e nelle onsen come accappatoio ed erano tessuti in canapa
La malinconia di Haruhi Suzumiya
Le donne single durante un evento formale, ad esempio un matrimonio (come parente o amico degli sposi) o alla festa per la maggiore età, indossano il Furisode . Significa “manica a onda”, infatti le sue maniche sono molto lunghe ed arrivano fino alla caviglia tenendo le braccia distese orizzontalmente; inoltre sono ampiamente colorati e decorati per tutta la loro interezza. Sono quasi sempre realizzati in seta sottile e possono arrivare a costare veramente molto, per questo spesso sono affittati o comprati usati.
Il Tomesode è il kimono più formale che può essere indossato dalle donne spostate; può essere paragonato ad un abito da sera occidentale ed è monocromatico, ad eccezione della parte bassa, che presenta decorazioni in vario stile; il suo nome può essere tradotto come “manica accorciata”. Su di esso possono essere anche cuciti i Kamon, ovvero gli stemmi di famiglia.
Il Kakeshita è il kimono da sposa, può essere differenziato in Shiro Kakeshita, se il suo colore è completamente bianco, o Iro Kakeshita, se invece è colorato. Le sue maniche sono molto lunghe, per cui fa parte dello stile furisode, ma rispetto a questi ultimi ha decorazioni molto più vistose ed elaborate, molto spesso dipinte a mano, o con filature dorate e tessuti di altissima qualità. Sopra al Kakeshita, al termine della cerimonia nuziale, l’Uchikake, un soprabito che ha la parte inferiore dell’orlo imbottita e non viene legato come un kimono, ma è portato aperto e leggermente a strascico. La versione colorata e decorata è utilizzata principalmente durante le cerimonie buddiste, mentre per le cerimonie shintoiste viene indossato lo Shiromuku, una versione completamente bianca e senza nessuna decorazione, accompagnato dal Wataboushi ,il tipico cappuccio bianco visto durante i matrimoni shinto.
Matrimonio di Goemon con Murasaki
Il Mofuku è il kimono che viene indossato durante un funerale dai familiari più stretti, come figlie o mogli; il suo significato è letteralmente “abito da lutto” o “abito da pianto”. Il suo colore è prettamente nero e non presenta nessuna decorazione. Le uniche due parti bianche sono il Juban, ovvero la parte di vestito a contatto con la pelle, il cui colletto è leggermente visibile al di sotto del kimono, ed i tabi (i calzini).
Susohiki o Hikizuri sono praticamente sinonimi tra loro e sono riferiti all’abito indossato dalle geishe, o anche da attori e danzatrici tradizionali giapponesi. Come per gli uchikake, hanno un’imbottitura sull’orlo in basso, vengono lasciati a strascico ed a differenza degli altri stili di kimono, hanno il colletto cucito in modo diverso, così da permettere di tenerlo più abbassato all’indietro senza deformare la vestibilità dell’abito.
Gli accessori che compongono un kimono sono vari, ma un ruolo molto importante lo riveste la cintura più esterna chiamata Obi, situata all’altezza della vita, che serve a tenere ben chiuso il vestito, più un Obi è colorato e decorato più si avvicina ad essere indossato da ragazze e donne non sposate; al contrario, più le donne avanzano con l’età più colori diventano tenui e scuri
Altri accessori da abbinare al kimono sono:
Datejime: cintura rigida che ha il compito di assicurare l’obi e i Geta: sandali tipici informali, perfetti da indossare sotto lo Yukata.
By Valeria Turino