Un nuovo supereroe dei fumetti Marvel è passato dalle imprese sugli albi a quelle video: Moon Knight, creato da Doug Moench (testi) e Don Perlin (disegni) che fece la sua prima apparizione nel 1975 sulle pagine di “Werewolf by night”.
La miniserie trasmessa su Disney+, porta in scena le divinità egizie, in cui Steven Grant (Oscar Isaac), un semplice venditore di souvenir presso il Museo Egizio di Londra che soffre di disturbi del sonno; si trova a vivere situazioni che non riesce a spiegarsi, fino a quando scopre di possedere una doppia personalità che condivide con Marc Spector un mercenario senza tanti scrupoli, avatar della divinità Khonshu che gli ha donato il potere di diventare Moon Knight e che affronta un fanatico religioso, Arthur Arrow (Ethan Hawke), che in passato era stato l’avatar della stessa divinità, il quale vuole risvegliare il dio Ammit…
Serie dalle tinte dark che porta lo spettatore in un contesto leggermente diverso da quello dei supereroi Marvel, con meno battute e scene umoristiche, puntando più sul mistero archeologico e divino con tinte horror soft. Una miniserie, composta da sei episodi, dopo un inizio con molti punti di domanda, dal terzo episodio si inizia ad avere una certa quadratura degli avvenimenti. Elemento interessante è il continuo contrasto che ci sono tra le due personalità, tanto da ricordare Venom ma che a quanto pare, emerso nel terzo episodio, sembra esserci una terza personalità ancora nascosta.
Un’opera intensa che concentra mistero, azione, suspence e nuovi personaggi in ogni puntata, soprattutto quando i protagonisti agiscono in Egitto, scaturendo quell’aurea mistica tra storia e miti, oltre alla caratterizzazione di costumi diversi in base alla personalità di chi interpreta Moon Knight.
Le pecche che invece si sono riscontrate, potrebbero essere la mancanza della presenza fisica delle altre divinità, in quanto per il momento sono state rappresentate dai loro avatar, inoltre non ci sono dei collegamenti con il resto dell’Universo Marvel, sembra una serie fine a se stessa. Tecnicamente quello che trovo piuttosto eccesivo, ovvero che il regista sta utilizzando sovente senza dare poi delle risposte è il salto di eventi in cui il protagonista si trova a interagire con alcuni individui sempre dei sicari e poi si risveglia altrove con questi uccisi.
Per il momento non posso che dire che aspetto con ansia il quarto episodio, soprattutto dopo la scena della manipolazione della volta celeste portata indietro nel tempo e Khonshu rinchiuso in una statua di pietra!